La storia di Santa Teresa Benedetta della Croceil cui nome era Edith Steinè una testimonianza luminosa di come la ricerca sincera della verità porti, alla fine, all'incontro con Cristo. La sua vita, segnata da intelligenza, dedizione e martirio, continua oggi a sfidare molte donne che sentono la chiamata a consacrarsi a Dio nel corpo e nell'anima.
Dalla Fondazione CARF, che sostiene anche la formazione delle religiose, ricordiamo il suo esempio come modello di fedeltà, profondità spirituale e amore incondizionato.
Edith Stein nacque il 12 ottobre 1891 a Breslavia, una città che allora faceva parte dell'Impero tedesco. Era la più giovane di undici figli in una famiglia ebrea osservante. Sua madre, una donna dalla fede ferma e dal carattere forte, fu per lei un esempio di forza e responsabilità. Tuttavia, da adolescente, Edith smise di pregare e si dichiarò atea. Era una giovane donna dall'intelligenza brillante, insoddisfatta delle risposte facili e determinata a trovare la verità da sola.
Si trasferì a Gottinga per studiare filosofia, dove divenne discepola e collaboratrice del famoso filosofo Edmund Husserl, il fondatore della fenomenologia. La sua ricerca filosofica non era solo un'attività accademica: cercava di comprendere la struttura profonda dell'essere umano, la sua dignità, la sua libertà e la sua relazione con il mondo. Edith era anche interessata alla sofferenza, alla compassione e all'esperienza interiore delle persone.
L'onestà intellettuale la portò ad aprirsi alla testimonianza della fede cristiana. L'esempio di amici credenti, il contatto con il pensiero tomistico e, soprattutto, la lettura delle vite dei santi, iniziarono a smuovere il suo cuore. In particolare, fu profondamente colpita dalla serenità con cui una sua amica cristiana affrontò la morte del marito, che la portò a chiedersi da dove provenisse questa ferma speranza.
La svolta avvenne nell'estate del 1921, durante un soggiorno da amici. Prese un libro a caso dalla libreria: si trattava dell'autobiografia di Santa Teresa di Gesù. Lo lesse in una sola seduta durante la notte e quando lo terminò disse: "Questa è la verità". L'incontro con la santa carmelitana spagnola fu una rivelazione interiore per Edith. In esso scoprì non solo la verità del cristianesimo, ma anche un percorso spirituale che colmò la sua sete di significato e di realizzazione.
Poco dopo quella lettura decisiva, Edith Stein chiese di essere battezzata. Ricevette il sacramento il 1° gennaio 1922, all'età di 30 anni, nella chiesa domenicana di Speyer. Da quel momento in poi, visse una fede profonda, serena e coerente. Cambiò radicalmente il suo stile di vita: iniziò a frequentare la Messa ogni giorno, a pregare intensamente e a mettere le sue conoscenze al servizio della verità rivelata in Cristo. Una nuova Edith nacque dentro di lei: una donna libera, grata e innamorata di Dio.
Negli anni successivi, combinò la sua vita spirituale con la sua vocazione intellettuale. Lavorò come insegnante in una scuola cattolica, tradusse le opere di San Tommaso d'Aquino in tedesco e scrisse saggi filosofici con una prospettiva cristiana. Ciò che prima aveva cercato solo con la ragione, ora lo capiva con la fede. Per lei, la filosofia e la teologia erano percorsi complementari per raggiungere la piena verità.
Nel suo rapporto intimo con Cristo, iniziò a sentire che non era sufficiente vivere "per Lui" dall'esterno: sentiva che il Signore le stava chiedendo una dedizione totale, una vita consacrata. Anni prima, aveva espresso il desiderio di diventare carmelitana, ma gli impegni familiari e professionali l'avevano trattenuta. Tuttavia, con l'arrivo del regime nazista e la crescente persecuzione degli ebrei, si rese conto che il suo posto era con Cristo crocifisso, intercedendo per tutti.
Nell'ottobre del 1933, entrò nel monastero carmelitano di Colonia. Lì prese il nome di Teresa Benedetta della Croce. Fu un passo radicale, ma profondamente desiderato. Aveva trovato il suo posto definitivo: il silenzio, la preghiera e il sacrificio erano ora il centro della sua vita. Ciò che il mondo non poteva offrirle, lo trovava nell'amore di Dio. Aveva risposto pienamente alla sua vocazione.
Per anni Edith ha sentito crescere in sé il desiderio di dare la sua vita completamente a Dio. Anche se inizialmente continuò la sua attività di insegnante, scrittrice e conferenziera, alla fine fece il passo che aveva maturato nella preghiera: nel 1933 entrò nel monastero carmelitano di Colonia, dove prese il nome di Teresa Benedetta della Croce.
Lì visse nel silenzio, nella preghiera e nella penitenza, intensificando la sua unione con Cristo e offrendo la sua vita per la salvezza delle anime. Era consapevole del pericolo che correva come ebreo nel bel mezzo della persecuzione nazista, ma non si ritirò. Sapeva che il suo posto era ai piedi della croce.
Nella sua cella carmelitana, Teresa Benedetta scrisse alcune delle sue opere più profonde. In esse, parlava della croce come scuola d'amore, come luogo in cui l'anima si unisce a Cristo nella sua donazione redentrice. Accettare la croce", scrisse, "significa trovare Cristo in essa".
La sua vocazione non era una fuga dal mondo, ma un'immersione radicale nel mistero della sofferenza umana, basata sull'amore. Nel Carmelo, pregò per il suo popolo, per la Chiesa, per il mondo intero. La sua consacrazione non era isolamento, ma intercessione.
Nel 1942, fu arrestata insieme a sua sorella Rosa, anche lei convertita. Il 9 agosto, furono entrambe assassinate ad Auschwitz. Aveva realizzato il suo desiderio: offrire la sua vita, come oblazione d'amore, per Cristo e per l'umanità.
La vita di Santa Teresa Benedetta della Croce è una fonte di ispirazione per molte donne di oggi che si sentono chiamate alla vita religiosa. Lei insegna che la vocazione non è altro che una risposta d'amore a un Amore che chiama per primo. E che vale la pena lasciare tutto quando il tesoro è Cristo.
Edith Stein non era una santa dalla vita facile o dalle risposte immediate. Ha cercato, dubitato, sofferto, si è formata, ha lavorato, ha pensato... e in mezzo a tutto questo, ha sentito una voce che le diceva: "Vieni e seguimi". E lasciò tutto per Lui.
La loro testimonianza incoraggia molte giovani donne che, da diversi angoli del mondo, si chiedono se Dio le chiama a consacrarsi, a servirLo in una comunità, a vivere in preghiera, a donarsi completamente. Sono donne che oggi fanno parte di congregazioni religiose e che la Fondazione CARF aiuta a formare affinché possano rispondere con generosità e preparazione a questa chiamata divina.
Canonizzato nel 1998 da San Giovanni Paolo IIe proclamata co-patrona d'Europa l'anno successivo, Santa Teresa Benedetta della Croce è una santa profondamente contemporanea. Una donna che non ha rinunciato alla ragione, ma l'ha messa al servizio della fede. Una martire che non ha odiato, ma ha perdonato. Una suora che non si è nascosta, ma si è offerta.
La sua vita è un inno alla verità, all'amore e al dono di sé. E continua a ricordarci, ancora oggi, che Dio continua a chiamare. Che ci sono donne coraggiose che lasciano tutto per Lui. E che vale la pena sostenerle.
Alla Fondazione CARF sosteniamo con gioia e speranza le vocazioni femminili come quella di Santa Teresa Benedetta. Sappiamo che la loro dedizione cambia il mondo, anche se lo fanno in silenzio. Che la loro preghiera sostiene la Chiesa. Che la loro consacrazione è fruttuosa.
Ecco perché vogliamo che molte altre donne possano seguire il percorso che ha intrapreso Edith Stein. Che possano ascoltare la voce che chiama. Che possano rispondere. E che possano trovare, come lei, la pienezza nel dono totale di se stesse.