La vita di San Giovanni Paolo II, un viaggio nel cuore dell'umanità

La vita e l'eredità di San Giovanni Paolo II, il cui nome di nascita era Karol Wojtyła, è un tema che risuona profondamente nella storia della Chiesa cattolica e del mondo in generale. Nato a Wadowice, in Polonia, il 18 maggio 1920, San Giovanni Paolo divenne uno dei Papi più influenti del XX secolo.

Il suo papato, durato dal 1978 al 2005, è stato testimone di profondi cambiamenti culturali, politici e sociali. Dalla sua attenzione ai diritti umani e al dialogo interreligioso al suo ruolo nella caduta del comunismo nell'Europa orientale, San Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile. Questo articolo esplorerà la sua vita, dalle sue origini in Polonia al suo impatto come leader spirituale e culturale nel mondo.

Origini a Wadowice

L'infanzia di San Giovanni Paolo

San Giovanni Paolo II è nato in una famiglia di lavoratori. Suo padre, ufficiale dell'esercito polacco, e sua madre, educatrice, gli inculcarono i valori della fede, del duro lavoro e della dedizione. La morte prematura di sua madre, quando aveva solo 9 anni, segnò l'inizio di una vita che avrebbe dovuto affrontare numerose avversità. Nonostante le difficoltà, San Giovanni Paolo eccelleva a scuola e mostrava interesse per il teatro e la poesia.

san juan pablo ii

L'infanzia di San Giovanni Paolo è stata profondamente influenzata dalla comunità cattolica di Wadowice. Lì ha frequentato la chiesa locale, dove ha sviluppato un rapporto personale con Dio che si sarebbe rafforzato nel corso della sua vita. Questa base religiosa è stata fondamentale nella sua formazione spirituale e morale, motivandolo a seguire un percorso verso il sacerdozio.

Influenze familiari e culturali

Da giovane, San Giovanni Paolo è stato testimone dell'impatto della Seconda Guerra Mondiale in Polonia, che ha lasciato un segno profondo nella sua visione del mondo. Il rapporto con suo padre, che gli ha insegnato l'importanza della fede e della resistenza, è stato fondamentale per il suo sviluppo personale. Inoltre, il suo interesse per la letteratura e il teatro lo portò ad esplorare temi esistenziali e filosofici che in seguito avrebbero influenzato i suoi insegnamenti come Papa.

Anche la cultura polacca, ricca di tradizione e spiritualità, ha giocato un ruolo chiave nella formazione della sua identità. Gli insegnamenti della Chiesa cattolica in questo contesto culturale gli hanno fornito una struttura che lo avrebbe guidato nella sua vita sacerdotale e, in seguito, nel suo papato.

Primi passi nella fede

Quando Karol Wojtyła si avvicinò all'adolescenza, il suo impegno verso la fede cattolica si approfondì. Studiò in un seminario clandestino durante l'occupazione nazista, a testimonianza della sua determinazione e del suo coraggio. Era un periodo in cui molti cattolici in Polonia affrontavano gravi persecuzioni, e la sua decisione di diventare sacerdote rifletteva un notevole coraggio.

Anche l'influenza delle figure religiose e dei mentori di questo periodo ha contribuito a formare il suo carattere. San Giovanni Paolo II non sarebbe stato solo un leader religioso, ma anche un sostenitore della dignità umana e dei diritti fondamentali, temi che sarebbero risuonati per tutta la sua vita e il suo papato.

san juan pablo ii joven

Sulla strada per il Sacerdozio

Vita universitaria e teatro

Karol ha proseguito la sua formazione presso l'Università Jagellonica di Cracovia, dove ha studiato filologia e si è impegnato attivamente nel teatro. Questo periodo universitario non solo gli ha fornito un solido background accademico, ma gli ha anche permesso di esplorare la sua passione per le arti. Attraverso il teatro, ha sviluppato capacità di comunicazione ed empatia che avrebbe poi utilizzato nel suo ministero.

La combinazione del suo amore per la letteratura e il teatro con la sua crescente devozione religiosa ha gettato una base unica per il suo futuro. L'esperienza universitaria gli permise anche di stringere amicizie significative, molte delle quali sarebbero rimaste per tutta la vita e avrebbero contribuito alla sua prospettiva sulle questioni sociali e politiche.

La Seconda Guerra Mondiale e il suo impatto

L'invasione tedesca della Polonia, nel 1939, interruppe bruscamente la vita della famiglia. Karol Wojtyła. La brutalità della guerra e l'occupazione nazista ebbero un impatto profondo su di lui, portandolo a riflettere sulla condizione umana e sulla necessità della fede. Durante questo periodo, continuò la sua formazione sacerdotale in segreto e la sua passione per la giustizia sociale iniziò a crescere.

La guerra non solo lo portò a interrogarsi sulla natura della sofferenza, ma rafforzò anche la sua determinazione a diventare un leader che avrebbe difeso gli oppressi. Questo periodo di avversità è stato cruciale per il suo sviluppo, in quanto ha plasmato il suo carattere e la sua futura missione di Papa.

Ordinazione e primi anni come sacerdote

Wojtyła fu ordinato sacerdote nel 1946 e si guadagnò rapidamente la reputazione di leader carismatico e pensatore profondo. Il suo lavoro nella diocesi di Cracovia lo portò a impegnarsi in attività sociali e culturali, cercando di collegare la fede alla vita quotidiana delle persone. Durante questi anni, si dedicò al ministero dei giovani e al lavoro con la comunità della classe operaia, il che prefigurava il suo approccio pastorale nel suo pontificato.

Con l'avanzare della sua carriera, Wojtyła fu nominato vescovo ausiliario di Cracovia e poi arcivescovo. La sua capacità di dialogare con persone di diversa provenienza e la sua abilità nell'affrontare questioni difficili lo hanno fatto emergere. Il periodo trascorso a Cracovia gli ha fornito una piattaforma per sviluppare il suo pensiero teologico e il suo impegno per i diritti umani.

Aumento nella Chiesa cattolica

Esperienze a Cracovia

Come Arcivescovo di Cracovia, Wojtyła ha lavorato instancabilmente per rivitalizzare la fede cattolica in Polonia. Organizzò ritiri spirituali e promosse l'educazione cristiana, istituendo centri di formazione per i giovani. Il suo approccio innovativo e il suo legame con la comunità lo hanno reso un leader rispettato, non solo in Polonia ma anche a livello internazionale.

Wojtyła si è distinto per la sua opposizione al regime comunista, difendendo la libertà di coscienza e i diritti dei credenti. Il suo impegno per la giustizia sociale gli valse l'ammirazione sia della comunità cattolica che di coloro che lottavano per la libertà in Polonia.

Il Concilio Vaticano II

Il Concilio Vaticano II, che si svolse tra il 1962 e il 1965, fu un punto di svolta per la Chiesa cattolica. Wojtyła era presente come vescovo e partecipò attivamente alla discussione sulla modernizzazione della Chiesa. Sostenne un'apertura verso il mondo moderno, sottolineando l'importanza del dialogo interreligioso e la necessità che la Chiesa fosse coinvolta nelle questioni sociali contemporanee.

La sua partecipazione al Concilio rafforzò la sua posizione all'interno della Chiesa e gettò le basi per i suoi futuri insegnamenti come Papa. L'esperienza ha rafforzato la sua convinzione dell'importanza della pace e della riconciliazione in un mondo diviso.

Cardinale di Cracovia

Nel 1964, Wojtyła fu nominato cardinale, consolidando la sua influenza all'interno del Vaticano. La sua leadership a Cracovia e la sua partecipazione attiva al Concilio lo posizionarono come candidato al papato. Durante questi anni, continuò a lavorare per la giustizia e la dignità umana, stabilendo un'eredità che lo avrebbe accompagnato fino alla sua elezione a Papa nel 1978.

Il rapporto di Wojtyła con i giovani, così come la sua capacità di comunicare con gruppi diversi, lo hanno reso una figura rispettata a livello internazionale. Il suo carisma e la sua visione di una Chiesa impegnata nella pace e nella giustizia sociale hanno risuonato in tutto il mondo.

juan pablo II elección

Papato: una nuova direzione per la Chiesa

Elezione a successore di San Pietro

L'elezione di Wojtyła a Papa il 16 ottobre 1978 ha segnato un momento storico. Fu il primo Papa non italiano in oltre 400 anni e la sua elezione fu accolta con gioia in tutto il mondo, soprattutto nella sua Polonia. Adottò il nome di Giovanni Paolo II, rendendo omaggio al suo predecessore e segnalando la sua intenzione di continuare la sua eredità di apertura e dialogo.

Il suo papato è iniziato in un contesto internazionale complicato, con tensioni politiche e sociali in aumento. Giovanni Paolo II ha cercato di affrontare questi problemi fin dall'inizio, utilizzando la sua piattaforma per sostenere la pace e la giustizia in tutto il mondo.

I primi insegnamenti e i viaggi apostolici

Uno dei punti salienti del suo papato è stata la sua dedizione ai viaggi apostolici. Giovanni Paolo II ha effettuato più di 100 visite internazionali, portando il suo messaggio di speranza e rinnovamento a milioni di persone. Durante questi viaggi, si è concentrato sull'importanza della dignità umana e della libertà religiosa, affrontando questioni sociali e politiche in ogni Paese che ha visitato.

Le sue prime encicliche riflettevano la sua visione di una Chiesa in dialogo con il mondo moderno. Nella Redemptor Hominis, ha sottolineato la centralità di Cristo nella vita dell'uomo, mentre nella Dives in Misericordia ha sottolineato la misericordia di Dio come risposta alle ingiustizie del mondo. Questi insegnamenti hanno dato un tono al suo papato e hanno gettato le basi per il suo impegno costante nei confronti dei diritti umani.

Confronto con il comunismo

Giovanni Paolo II è diventato una figura emblematica nella lotta contro il comunismo, soprattutto nell'Europa orientale. La sua visita in Polonia nel 1979 fu un evento cruciale che ispirò milioni di persone a mettere in discussione il regime comunista. Il suo appello alla libertà e alla dignità umana risuonò con la popolazione, dando vita a un movimento di solidarietà che culminò nella caduta del comunismo in Polonia nel 1989.

L'influenza di Giovanni Paolo II sulla politica globale è stata significativa. La sua stretta relazione con i leader mondiali, così come il suo impegno per il dialogo interreligioso, hanno contribuito a smorzare le tensioni tra le superpotenze e a promuovere la pace in varie regioni del mondo.

Un leader mondiale

Dialogo interreligioso

Giovanni Paolo II è stato un pioniere del dialogo interreligioso, sottolineando l'importanza della comprensione e della cooperazione tra le diverse tradizioni. Nel 1986, organizzò un incontro storico con i leader di varie religioni ad Assisi, in Italia, dove si unirono in preghiera per la pace nel mondo. Questo evento ha simboleggiato il suo impegno per la pace e il suo desiderio di costruire ponti tra le diverse comunità religiose.

La sua attenzione al dialogo ha contribuito a favorire una maggiore apertura tra le religioni e a promuovere un senso di unità nella diversità. Avvicinandosi ad altre tradizioni, il suo messaggio di rispetto e amore si è diffuso, gettando le basi per un futuro più pacifico.

La sua difesa dei diritti umani

La difesa dei diritti umani è stata un pilastro del papato di Giovanni Paolo II. Il suo lavoro in questo ambito non si è limitato alla lotta contro il comunismo, ma ha riguardato anche questioni come il razzismo, la povertà e l'ingiustizia sociale. Fu un fervente difensore della dignità umana, sostenendo gli oppressi e denunciando le violazioni dei diritti fondamentali.

Nel suo famoso discorso del 1995 in occasione dell'anniversario delle Nazioni Unite, Giovanni Paolo II ha esortato la comunità internazionale a lavorare insieme per un mondo più giusto ed equo. La sua attenzione alla dignità umana e alla giustizia sociale lo ha reso una voce potente nell'arena internazionale, influenzando la politica e promuovendo cambiamenti significativi.

L'impatto sui giovani

Giovanni Paolo II è stato un Papa particolarmente amato dai giovani, ai quali ha dedicato uno spazio speciale nel suo ministero. Ha istituito le Giornate Mondiali della Gioventù, un'iniziativa che ha riunito milioni di giovani di tutto il mondo in celebrazioni di fede e di comunità. Questi eventi non solo hanno rafforzato la fede dei giovani, ma hanno anche fornito loro una piattaforma per esprimere le loro preoccupazioni e aspirazioni.

Il suo messaggio ai giovani ha sottolineato l'importanza della speranza, dell'autenticità e dell'impegno nei confronti dei valori cristiani. Attraverso la sua interazione con loro, Giovanni Paolo II ha lasciato un segno indelebile nella vita di molti giovani, ispirandoli a vivere con scopo e dedizione.

juan pablo II vejez

Eredità spirituale e culturale

Canonizzazione e riconoscimento

San Giovanni Paolo II è stato canonizzato il 27 aprile 2014, come riconoscimento della sua vita di servizio e del suo impatto sulla Chiesa e sul mondo. La sua canonizzazione è stata un evento significativo, che ha attirato milioni di pellegrini a Roma per celebrare la sua eredità. Questo riconoscimento non solo ha consolidato il suo posto nella storia della Chiesa cattolica, ma ha anche riaffermato la sua influenza continua.

La canonizzazione è stata un momento di riflessione sulla sua vita e sui suoi insegnamenti. Molte persone hanno ricordato la sua dedizione alla pace, alla giustizia e alla dignità umana, considerando la sua eredità come un esempio da seguire per le generazioni future.

Influenza sulla società contemporanea

L'eredità di San Giovanni Paolo II va oltre il suo periodo da Papa. La sua attenzione alla dignità umana, ai diritti sociali e al dialogo interreligioso continua a influenzare il pensiero contemporaneo. Le organizzazioni e i movimenti che promuovono la giustizia sociale spesso citano i suoi insegnamenti come ispirazione e guida per il loro lavoro.

Inoltre, la sua enfasi sull'importanza della famiglia e della vita ha lasciato un segno duraturo nella società moderna, dove la difesa dei valori familiari e il rispetto della vita sono argomenti di discussione continua. La sua eredità è ancora presente nella cultura, nella politica e nella spiritualità di tutto il mondo.

Memoriale e celebrazioni in suo onore

La memoria di San Giovanni Paolo II viene celebrata in tutto il mondo attraverso una serie di attività ed eventi in suo onore. Dalle messe commemorative alle iniziative di giustizia sociale, la sua vita e i suoi insegnamenti continuano ad ispirare milioni di persone. Le Giornate Mondiali della Gioventù, da lui istituite, rimangono un evento importante nel calendario della Chiesa, favorendo la fede e la comunità tra i giovani.

Anche le città e le comunità hanno eretto monumenti e spazi dedicati alla sua memoria, ricordando il suo impegno per la pace e il dialogo. La sua eredità continua a vivere nelle vite di coloro che cercano di seguire il suo esempio di amore, speranza e servizio agli altri.

Conclusione

san juan pablo ii canonización

La vita e l'eredità di San Giovanni Paolo II sono una testimonianza della capacità di un individuo di influenzare il mondo attraverso la fede, la dedizione e l'amore. Dalla sua infanzia a Wadowice al suo papato e oltre, il suo messaggio di dignità umana e di giustizia continua a risuonare oggi. In un mondo che spesso affronta conflitti e divisioni, la sua vita ci ricorda l'importanza di lavorare per la pace, il rispetto reciproco e l'unità.

La figura di San Giovanni Paolo II non è solo un simbolo della fede cattolica, ma anche un faro di speranza per tutti coloro che cercano la giustizia e la riconciliazione nella società. La sua eredità vivrà nella memoria collettiva, ispirando le generazioni future a seguire il suo percorso di amore e servizio.


Domande frequente

Quando è stato eletto Papa San Giovanni Paolo II?

San Giovanni Paolo II è stato eletto Papa il 16 ottobre 1978.

Che impatto ha avuto San Giovanni Paolo II sulla caduta del comunismo?

San Giovanni Paolo II ha avuto un ruolo cruciale nell'ispirare il movimento Solidarność in Polonia, che è stato determinante per la caduta del regime comunista nel 1989.

Perché è conosciuto come difensore dei diritti umani?

Giovanni Paolo II ha sostenuto la dignità umana e i diritti fondamentali in tutto il mondo, affrontando le ingiustizie sociali e politiche sia in patria che a livello globale.

Qual è stato l'approccio di San Giovanni Paolo II al dialogo interreligioso?

Giovanni Paolo II ha promosso il dialogo interreligioso come un modo per costruire ponti tra le diverse tradizioni, sottolineando il rispetto e la comprensione reciproci.

In che modo San Giovanni Paolo II continua a influenzarci oggi?

La sua eredità continua a ispirare i movimenti per la giustizia, la pace e la dignità umana, così come le celebrazioni e gli eventi in suo onore in tutto il mondo.

san juan pablo ii alvaro del portillo

Che cosa ha ispirato San Giovanni Paolo II al suo amico Beato Alvaro del Portillo?

Il Beato Alvaro del Portillo è stato ispirato da San Giovanni Paolo II a realizzare il progetto Centro Accademico Romano della Santa Croce eretto il 9 gennaio 1985 dall'allora Congregazione per l'Educazione Cattolica.

San Josemaría Escrivá Il fondatore dell'Opus Dei aveva desiderato un centro di studi universitari che, in collaborazione con altre università di Roma, svolgesse un lavoro ampio e profondo di ricerca e formazione nelle varie scienze ecclesiastiche, al servizio di tutta la Chiesa.

La sfida è stata raccolta dal suo successore, il Beato. Álvaro del Portillo Ha realizzato materialmente il progetto, dirigendo l'intera fase di attuazione e assumendo il ruolo di primo Gran Cancelliere.

Chi conferisce al PUSC il titolo di pontificio?

Con il passare del tempo, e con l'aggiunta di altre attività accademiche, la Centro è diventato 
l'Ateneo Romano della Santa Croce, con le Facoltà di Teologia, Filosofia, Diritto Canonico e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose dell'Apollinare.

Il 26 giugno 1995, San Giovanni Giovanni Paolo II conferì all'Ateneo il titolo di Pontificio. Tre anni dopo (1998), con l'istituzione della quarta Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale il 26 febbraio 1996, è stato finalmente conferito il titolo di Università Pontificia.

La figura storica di Gesù di Nazareth

Per una conoscenza più approfondita della vita di Gesù di Nazareth, è ovviamente necessario fare riferimento ai Vangeli e ai libri citati nella bibliografia.

Cronologia della vita di Gesù

Parlerò qui di alcuni fatti biografici fondamentali, a partire dalla nascita del Nazareno.

Può leggere qui la prima parte di questo articolo di ricerca storica sul La figura storica di Gesù.

Natale: quello che ci dicono i Vangeli ha senso?

Dal Vangelo di Luca (capitolo 2) sappiamo che la nascita di Gesù coincise con un censimento annunciato in tutta la terra da Cesare Augusto: "In quei giorni Cesare Augusto decretò che si facesse un censimento in tutto l'Impero Romano". Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio governava in Siria.
Così andarono tutti a registrarsi, ognuno nel proprio villaggio.

Cosa sappiamo al riguardo? Da ciò che leggiamo nelle righe VII, VIII e X della trascrizione della Res gestae di Augusto, situato nella Ara PacisA Roma, apprendiamo che Cesare Ottaviano Augusto fece un censimento in tre occasioni, nel 28 a.C., nell'8 a.C. e nel 14 d.C., dell'intera popolazione romana.

Nell'antichità, la conduzione di un censimento di tali dimensioni doveva ovviamente richiedere un certo tempo per completare la procedura. Ed ecco un altro chiarimento dell'evangelista Luca che ci dà un indizio: Quirinio era il governatore della Siria quando fu fatto questo "...censimento".prima" censimento.

Ebbene, Quirinio fu governatore della Siria probabilmente dal 6-7 d.C. Su questa questione ci sono opinioni discordanti tra gli storici: alcuni ipotizzano, infatti, che Quirinio stesso avesse un mandato precedente. (1) negli anni 8-6 a.C.

Altri, invece, traducono il termine "..." come "...".prima(che in latino e in greco, essendo neutro, può avere anche un valore avverbiale)come "prima"o piuttosto "prima che Quirinio diventasse governatore della Siria". Entrambe le ipotesi sono ammissibili, per cui ciò che viene narrato nei Vangeli sul censimento che ebbe luogo al momento della nascita di Gesù è probabile. (2).

Aggiungiamo, quindi, che La prassi di questi censimenti prevedeva che ci si recasse per la registrazione al villaggio di origine, e non al luogo in cui si viveva.È plausibile, quindi, che Giuseppe andò a Betlemme per essere cercato.

Abbiamo altri indizi temporali? Sì, la morte di Erode il Grande, nel 4 a.C., dal momento che morì in quel periodo e, da ciò che è narrato nei Vangeli, Tra la nascita di Gesù e la morte del re dovettero trascorrere circa due anni.che coinciderebbe esattamente con il 6 a.C.

Per quanto riguarda il dies natalische è il giorno effettivo della nascita di GesùPer molto tempo si è ipotizzato che il 25 dicembre sarebbe stato fissato in un periodo successivo, per coincidere con il dies Solis Invicti, una festa di origine pagana. (probabilmente associato al culto di Mithra)e quindi sostituisce la commemorazione pagana con una cristiana.

Recenti scoperte, provenienti dall'inesauribile Qumran, hanno permesso di stabilire che questo potrebbe non essere stato il caso, tuttavia, e che abbiamo motivo di festeggiare il Natale il 25 dicembre.

Sappiamo, quindi, dall'Evangelista Luca, che (il resoconto più ricco di dettagli su come è nato Gesù). che Maria rimase incinta quando sua cugina Elisabetta era già incinta di sei mesi.. I cristiani occidentali hanno sempre celebra l'Annunciazione di Maria il 25 marzo, ossia nove mesi prima di Natale..

Gli orientali celebrano anche l'Annunciazione a Zaccaria il 23 settembre. (padre di Giovanni Battista e marito di Elisabetta). Luca entra ancora più nel dettaglio quando ci dice che quando Zaccaria sentì che sua moglie, già in età avanzata come lui, sarebbe rimasta incinta, stava servendo nel Tempio, essendo di casta sacerdotale, dopo la classe di Abijah.

Tuttavia, lo stesso Luca, scrivendo in un periodo in cui il Tempio era ancora in funzione e le classi sacerdotali seguivano i loro turni perenni, non offre, dando per scontato, il momento in cui la classe di Abijah doveva servire. Ebbene, numerosi frammenti del Libro dei Giubilei, ritrovati a Qumran, hanno permesso a studiosi come la studiosa francese Annie Jaubert e l'israeliano Shemarjahu Talmon di ricostruire con precisione che Il turno di Abijah avveniva due volte all'anno.:

Corrisponde agli ultimi dieci giorni di settembre.La festa è in perfetta armonia con la festa orientale del 23 settembre e sei mesi prima del 25 marzo, il che ci porterebbe a supporre che la nascita di Gesù sia effettivamente avvenuta nell'ultima decade di dicembre: forse non proprio il 25, ma da qualche parte lì intorno.

Qumran QUMRAN è una città sulla sponda nord-occidentale del Mar Morto, 19 km a sud di Gerico, situata ai piedi delle montagne del Deserto di Giuda che si estendono fino alla pianura del lago, da cui dista solo 2 km. Un luogo torrido e desertico (l'unica fonte è Ein Feshka, pochi chilometri più a sud). Una strada stretta e ripida, ora asfaltata, conduce a una terrazza circondata da burroni e completamente esposta al sole torrido e implacabile; su di essa si trovano le rovine di Qumran. Il sito, sebbene non sia mai stato menzionato direttamente nella Bibbia, è di grande interesse biblico a causa delle importanti scoperte fatte nel 1947-58.

Vita: tanto rumore per nulla?

Continuiamo con il excursus nella vita di Gesù di Nazareth.

Abbiamo visto che, intorno al 6 a.C., sia Elisabetta, moglie del sacerdote Zaccaria della classe di Abijah, sia sua cugina Maria, che, secondo le Scritture cristiane, era una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide di nome Giuseppe, rimasero incinte.

Joséa causa del censimento annunciato dall'imperatore Augusto (dove gli uomini dovevano tornare nelle città di origine delle loro famiglie per registrarsi).Si recò nella città di Davide, Betlemme, e lì sua moglie Maria diede alla luce un figlio che chiamò Gesù.

I Vangeli raccontano poi che i Magi vennero dall'Oriente dopo aver visto una stella per adorare il nuovo Re del mondo, predetto dalle antiche Scritture, e che Erode, avendo appreso che la profezia sul Messia, il nuovo Re di Israele, si sarebbe avverata, decise di uccidere tutti i bambini maschi di due anni e meno.

Un episodio di cui troviamo qualche traccia in Flavio Giuseppe, ma di cui nessun altro racconta; d'altra parte, come sottolinea Giuseppe Ricciotti, in un contesto come quello di Betlemme e dintorni, scarsamente popolato, e soprattutto in un'epoca in cui la vita di un bambino aveva poco valore, è difficile immaginare che qualcuno si preoccupasse di notare la morte violenta di un povero neonato figlio di nessuno di importante.

Essendo venuto a conoscenza in qualche modo delle intenzioni di Erode (Il Vangelo di Matteo parla di un angelo che avverte Giuseppe in sogno).La madre, il padre e il figlio neonato fuggono in Egitto, dove rimangono per alcuni anni.fino alla morte di Erode (quindi dopo il 4 a.C.).

Tranne che per il riferimento di Luca a Gesù, che, all'età di dodici anni, mentre era in pellegrinaggio a Gerusalemme, fu smarrito dai suoi genitori, che in seguito trovato dopo tre giorni di ricerca mentre discuteva di questioni dottrinali con i dottori del Tempio, non si sa nulla di più sull'infanzia e sulla vita giovanile del Nazareno., fino alla sua effettiva entrata sulla scena pubblica in Israele, che può essere collocata intorno al 27-28 d.C...

Doveva avere circa trentatré anni, poco dopo Giovanni Battista, che deve aver iniziato il suo ministero qualche mese o un anno prima. Possiamo risalire all'epoca dell'inizio della predicazione di Gesù grazie a un'indicazione nel Vangelo di Giovanni (la più accurata, dal punto di vista cronologico, storico e geografico): Discutendo con Gesù nel Tempio, i notabili ebrei obiettano: "Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni, e tu lo farai risorgere in tre giorni?

Se calcoliamo che Erode il Grande iniziò la ricostruzione del Tempio nel 20-19 a.C. e consideriamo i quarantasei anni della frase evangelica, ci ritroviamo proprio nell'anno 27-28 a.C.

Il ministero di Giovanni Battista

In ogni caso, precedeva Gesù solo di poco e, secondo gli evangelisti, Giovanni rappresentava solo il precursore dell'uomo di Galilea, che era il vero messia di Israele.

Giovanni, che si ritiene sia stato, all'inizio della sua vita, un Esseno, si è certamente separato, come dimostrato sopra, dalla rigida dottrina elitaria della setta di Qumran. Predicò un battesimo di penitenza, per immersione nel Giordano. (in un'area non lontana da Qumran)Lo scopo della conferenza era proprio quello di preparare la venuta del liberatore, il re messia.

Di se stesso disse: "Io sono la voce di uno che grida nel deserto: raddrizzate la via del Signore". (Vangelo di Giovanni 1, 23). Tuttavia, fu presto ucciso da Erode Antipa. (3)tetrarca di Galilea e figlio di Erode il Grande.

La morte di Giovanni non impedì a Gesù di continuare il suo ministero.. L'uomo di Nazareth predicò la pace, l'amore per i nemici e l'avvento di una nuova era di giustizia e pace, il Regno di Dio.che, tuttavia, non sarebbe quello che i suoi contemporanei ebrei si aspettavano da lui. (e come anticipato dalle stesse profezie sul Messia). Cioè, un regno terreno in cui Israele sarebbe stato liberato dai suoi oppressori e avrebbe dominato altre nazioni, i Gentili, ma un regno per i poveri, gli umili e i miti.

La predicazione di Gesù

A cui torneremo in modo più dettagliato nel prossimo paragrafo, inizialmente sembrava avere molto successoI Vangeli ci dicono.

Accompagnato da un gran numero di segnali prodigiosi (moltiplicazione dei pani e dei pesci per migliaia di persone; guarigione dei lebbrosi, degli zoppi, dei ciechi e dei sordi; resurrezione dei morti; trasformazione dell'acqua in vino). Tuttavia, poi ha incontrato notevoli difficoltà, quando Gesù stesso ha iniziato a suggerire di essere molto più di un uomo, o ha proclamato di essere il figlio di Dio.

Si scontrò anche duramente con l'élite religiosa dell'epoca. (i Farisei e gli scribi, che Egli chiamò "vipere" e "avvoltoi"). proclamando che l'uomo era più importante dello Shabbat e del riposo del sabato. (e, nella concezione farisea, il sabato era quasi più importante di Dio). e che era ancora più importante del Tempio di Gerusalemme.

Né gli piacevano i Sadducei, con i quali non era meno duro e che, da parte loro, insieme agli Erodiani, furono i suoi più grandi avversari, perché Gesù era amato dalle folle e loro temevano che il popolo si sarebbe sollevato contro di loro e contro i Romani.

Tutto questo è durato circa tre anni

Vengono menzionate tre PasqueIl racconto del Vangelo di Giovanni sulla vita di Gesù, come abbiamo detto, è il più accurato nel correggere le imprecisioni degli altri tre evangelisti e nell'evidenziare dettagli trascurati, anche cronologicamente.

Dopo di che il Nazareno si recò a Gerusalemme per l'ultima volta per celebrare la Pasqua. Qui, oltre a una folla festante, lo aspettavano Farisei, Scribi, Sadducei ed Erodiani, che cospirarono per ucciderlo e lo arrestarono approfittando del tradimento di uno dei suoi discepoli. (Giuda Iscariota) e lo consegnò ai Romani. Dopo un processo sommario, il procuratore o prefetto, Ponzio Pilato, si lavò le mani e Lo crocifisse.

La morte di Gesù sulla Croce

Tutti gli evangelisti concordano nel fissare la morte di Gesù sulla croce in un venerdì. (il parasceve) come parte delle festività pasquali.

Giuseppe Ricciotti, elencando una serie di possibilità tutte analizzate dagli studiosi, giunge alla conclusione che La data esatta di questo evento, nel calendario ebraico, è il 14 del mese lunare di Nisan. (Venerdì 7 aprile) 30 D.C.

Quindi, se Gesù nacque due anni prima della morte di Erode e aveva circa trent'anni... (forse trentadue o trentatré) all'inizio della sua vita pubblica, Doveva avere circa 35 anni quando è morto.

I Vangeli ci raccontano che Gesù ha sofferto la morte più strazianteIl Parlamento romano, che era riservato agli schiavi, agli assassini, ai ladri e a coloro che non erano cittadini romani: la crocifissioneEra stato torturato allo stesso modo, e dopo aver subito una tortura altrettanto terribile che, secondo l'usanza romana, precedeva la crocifissione: fustigazione (descritto da Orazio come horribile flagellum)Le uccisioni venivano inflitte con il terribile strumento chiamato flagrum, una frusta con sfere di metallo e chiodi di osso che lacerava la pelle e strappava brandelli di carne.

La croce utilizzata può essere di due tipi: crux commissa, a forma di T, o crux immissa, a forma di pugnale. (4)

Da quello che leggiamo nei Vangeli, una volta condannati, Gesù fu costretto a portare la croce (molto probabilmente la traversa della crux immissa, il patibulum) ad un'altezza appena fuori dalle mura di Gerusalemme (Golgota, esattamente dove oggi sorge la Basilica del Santo Sepolcro).Lì, secondo la procedura romana, fu spogliato.

Ulteriori dettagli sulla punizione possono essere desunti dall'usanza romana di crocifiggere i condannati a morte: venivano legati o inchiodati con le braccia distese al patibolo e sollevati sul palo verticale già fissato al suolo. I piedi, invece, erano legati o inchiodati al palo verticale, sul quale sporgeva una sorta di sedile di sostegno all'altezza delle natiche.

La morte fu lenta, molto lenta e accompagnata da una sofferenza insopportabile.La vittima, sollevata da terra per non più di mezzo metro, era completamente nuda e poteva rimanere appesa per ore, se non per giorni, scossa da crampi e spasmi tetanici dovuti all'impossibilità di respirare correttamente, poiché il sangue non poteva affluire agli arti che erano tesi fino allo sfinimento, così come al cuore e ai polmoni che non potevano schiudersi correttamente.

Sappiamo dagli evangelisti, tuttavia, che l'agonia di Gesù non durò più di qualche ora. (dalla sesta ora alla nona ora), probabilmente a causa di un'enorme perdita di sangue (shock ipovolemico) a causa della flagellazione e che, dopo la morte, fu collocato in una nuova tomba, scavata nella roccia vicino al luogo della crocifissione. (a pochi metri di distanza).

E qui termina la storia della vita del 'Gesù storico' e inizia quella del 'Cristo della fede'.Gesù di Nazareth risuscitò dai morti dopo tre giorni, come leggiamo in seguito nei Vangeli, apparendo prima ad alcune donne, e poi alle donne di Nazareth, e poi alle donne di Nazareth. (inaudito in un'epoca in cui la testimonianza di una donna non aveva valore).Il primo di questi fu a Sua madre, ai discepoli e poi, prima di ascendere al cielo alla destra di Dio, a più di cinquecento persone, molte delle quali erano ancora in vita, specifica Paolo di Tarso, nel momento in cui (circa 50) Paolo stesso stava scrivendo le sue lettere.

Chi l'ha detto: il kerigma

La storia del "Gesù storico" è la storia di un fallimento, almeno apparente: forse, in effetti, il più grande fallimento della storia.

A differenza di altri personaggi che hanno segnato il corso del tempo e sono rimasti impressi nella memoria dei posteri, Gesù non ha fatto praticamente nulla di eccezionale, da un punto di vista puramente umano, o meglio macrostorico: non ha guidato eserciti alla conquista di nuovi territori, non ha sconfitto orde di nemici, non ha accumulato quantità di bottino e donne, schiavi e servi, non ha scritto opere letterarie, non ha dipinto o scolpito nulla.

Considerando, poi, il modo in cui la sua esistenza terrena si è conclusa, nella derisione, nella delusione, nella morte violenta e nella sepoltura anonima, come ha fatto lui, quindi, per citare un amico che mi ha posto proprio questa domanda, Un "bandito ucciso dai Romani" per diventare la pietra miliare della storia? Beh, sembra che ciò che è stato detto su di Lui, che era "la pietra scartata dai costruttori, ma che è diventata la pietra d'angolo", è che Lui era "la pietra che è stata scartata dai costruttori, ma che è diventata la pietra d'angolo". (Atti 4, 11)Non è un paradosso?

Se, invece, guardiamo al corso degli eventi della sua vita dal punto di vista del "microstorico"In altre parole, in termini di influenza che ebbe sulle persone che incontrò, su coloro che avrebbe guarito, spostato, influenzato, cambiato, allora è più facile per noi credere a qualcos'altro che lui stesso avrebbe detto ai suoi seguaci: "Farete cose ancora più grandi"..

Furono i suoi discepoli e apostoli, quindi, a iniziare la sua opera missionaria e a diffondere il suo messaggio in tutto il mondo.. Quando Gesù era vivo, il suo messaggio, il "Vangelo" (la buona notizia)L'Autorità Palestinese non aveva varcato i confini della Palestina e, in effetti, dal modo in cui ha concluso la sua esistenza, sembrava anch'essa destinata a morire.

Una forza nuova e inarrestabile

E allo stesso tempo piccolo e nascosto, iniziò a fermentare come lievito da quel piccolo angolo dell'Oriente, in un modo, ripeto, del tutto inspiegabile, dato che, come testimonia Paolo di Tarso, La difficoltà di propagare il Vangelo non risiede solo nel paradosso che esso contiene.cioè nel proclamare  (qualcosa di inaudito fino ad allora) Sono benedetti i piccoli, gli umili, i bambini e gli ignoranti, ma anche nel dover identificare il Vangelo stesso con una persona che era morta nell'ignominia più assoluta e poi aveva affermato di essere risorta..

Paolo, infatti, definisce questo annuncio, la croce, "per i Giudei una pietra d'inciampo e per i Gentili una stoltezza", "perché i Giudei chiedono segni e i Greci cercano la sapienza". (Prima lettera ai Corinzi 1, 21-22).

Come già accennato, non è questa la sede per affrontare la questione, in quanto l'obiettivo di questo articolo è semplicemente quello di dare un'occhiata al "Il Gesù storico e non alla "Cristo della fede.

Tuttavia, si può già dire che uno non è comprensibile senza l'altroPertanto, fornirò solo alcuni accenni su quello che era, in effetti, il punto focale del messaggio di Gesù di Nazareth, il cuore del Vangelo. (εὐαγγέλιον, euanguélion, letteralmente buona notizia, o buon annuncio)cioè il kerigma.

La buona notizia

Il termine è di origine greca (κήρυγμα, dal verbo κηρύσσω, kēryssō, che significa gridare come un banditore, diffondere un annuncio).. E l'annuncio è questo: la vita, la morte, la resurrezione e il ritorno glorioso di Gesù di Nazareth, chiamato Cristo, attraverso l'opera dello Spirito Santo.

Secondo i cristiani, quest'opera costituisce un intervento diretto di Dio nella storia.Dio che si incarna in un uomo, che si abbassa al livello delle creature per elevarle alla dignità di figli, per liberarle dalla schiavitù del peccato. (una nuova Pasqua) e dalla morte e per dare loro la vita eterna, in virtù del sacrificio del Suo unigenito Figlio.

Questo Il processo in cui Dio si abbassa verso l'uomo è stato definito κένωσις (kénōsis)anche una parola greca che indica letteralmente un ".svuotamento"Dio si abbassa e si svuota, in pratica si spoglia delle proprie prerogative e dei propri attributi divini per donarli, per condividerli con l'uomo, in un movimento tra cielo e terra. Ciò presuppone, dopo la discesa, anche un'ascesa, dalla terra al cielo: la théosis (θέοσις)l'elevazione della natura umana che diventa divina perché, nella dottrina cristiana, la persona battezzata è Cristo stesso. (5). Infatti, l'umiliazione di Dio porta all'apoteosi dell'uomo.

Il concetto di kerigma è, da un punto di vista storico, un dato fondamentale per comprendere come, fin dall'inizio del Cristianesimo, questo annuncio e identificazione di Gesù di Nazareth con Dio, e il fatto che sia il primo uomo e la prima donna ad essere identificati con Dio, sia la base del kerigma. era presente nelle parole e negli scritti dei suoi discepoli e apostoli, costituendo, tra l'altro, la ragione stessa della sua condanna a morte da parte dei notabili del giudaismo dell'epoca.

Le loro tracce si trovano non solo in tutti i Vangeli, ma anche e soprattutto nelle lettere paoline. (la cui formulazione è ancora più antica: la prima Lettera ai Tessalonicesi fu scritta nel 52 d.C.[2]).In esse, Paolo di Tarso scrive che Paolo stesso racconta di aver appreso in precedenza, cioè che Gesù di Nazareth è nato, morto e risorto per i peccati del mondo, secondo le Scritture.

Non c'è dubbio, quindi, che l'identificazione del "Gesù storico" con il "Cristo della fede" non è affatto tardiva, ma immediata e deriva dalle parole stesse usate da Gesù di Nazareth. per definire se stesso e attribuirsi le profezie messianiche e le immagini dell'intera storia del popolo di Israele.

La pedagogia del Nazareno

Un altro aspetto interessante è il metodo: it "educa" (etimologicamente il termine latino educĕre presuppone di condurre da un luogo all'altro e, per estensione, di portare fuori qualcosa).e lo fa come un eccellente insegnantementre indica se stesso come esempio da seguire..

Infatti, dall'analisi delle sue parole, dei suoi gesti, delle sue azioni, Gesù sembra quasi non solo voler compiere un'opera da solo, ma vuole che coloro che decidono di seguirlo lo facciano con lui, che imparino ad agire come lui, che lo seguano nell'ascesa verso Dio, in un dialogo costante che si concretizza nei simboli utilizzati, nei luoghi, nei contenuti delle Scritture.

Sembra quasi che significhi, e in effetti è così: "Impara da me!". La frase che abbiamo appena citato è contenuta, tra l'altro, in un passo del Vangelo di Matteo in cui Gesù invita i suoi seguaci ad essere come lui in mitezza e umiltà. (cap. 11, 29).

Nella mitezza, nell'umiltà, nel non reagire con violenza o mancanza di rispetto, la sua figura rimane coerente anche dal punto di vista letterario, non solo intellettuale: ferma, costante fino alla morte, mai in contraddizione.

Gesù insegna ai suoi seguaci non solo a non uccidere, ma anche a dare la vita per gli altri.non solo di non rubare, ma di spogliarsi per gli altri; non solo di amare gli amici, ma anche i nemici; non solo di essere brave persone, ma di essere perfette come Dio. E nel farloNon indica un modello astratto, qualcuno lontano nel tempo e nello spazio o una divinità persa nei cieli: indica se stesso. Dice: "Fate come me!.

Il suo pellegrinaggio attraverso la terra d'Israele

Sembra anche essere un'espressione della sua missione che inizia, con il battesimo nel fiume Giordano da parte di Giovanni Battista, nel punto più basso della terra. (le rive del Giordano intorno a Gerico) e culmina in quello che era considerato, nell'immaginario collettivo del popolo ebraico, il punto più alto: Gerusalemme.

Gesù scende, come il Giordano (il cui nome ebraico ירדן, Yardén, significa "colui che scende"). al Mar Morto, un luogo deserto, spogliato e basso, per condurre verso l'alto, dove sarebbe stato "sollevato dalla terra" e "attirato tutti a sé". (Giovanni 12:32)ma in un senso completamente diverso da quello che ci si sarebbe aspettati da lui.

È un pellegrinaggio che trova il suo significato nell'idea stessa del pellegrinaggio ebraico alla Città Santa.Il 'Canto delle Salite', che veniva eseguito nelle feste principali cantando i 'Canti delle Salite' mentre si saliva dalla pianura di Esdraelon o, più frequentemente, dalla strada di Gerico verso le montagne della Giudea.

Per estensione, Questa idea di pellegrinaggio, di "ascensione", si ritrova nel concetto moderno di "ascesa". da עלייה ('aliyah) emigrazione o pellegrinaggio in Israele degli ebrei (ma anche i cristiani) andare in Terra Santa per visitare il Paese o per soggiornarvi e viverci. (e si definiscono עולים, 'ōlīm - dalla stessa radice 'al - cioè "coloro che salgono").

Infatti, il nome della compagnia aerea israeliana Al (אל על)significa "verso l'alto". (e con un doppio significato: alto è il cielo, ma "alto" è anche la Terra d'Israele e Gerusalemme in particolare).

Infine, il rovesciamento dell'idea stessa di ".dominatore del mondoIl "quello che i suoi contemporanei avevano sperato, ha luogo nella cosiddetta Il Sermone sul Monte, il discorso programmatico sulla missione di Gesù di Nazareth.Beati, e quindi felici, non sono i ricchi, ma i poveri in spirito; non i forti, ma i deboli; non i potenti, ma gli umili; non quelli che fanno la guerra, ma quelli che cercano la pace.

E poi, ultimo ma non meno importante, il grande messaggio di conforto per l'umanità: Dio è padrenon un padre collettivo, nel senso di un protettore di questo o quel popolo contro altri, ma un padre tenero, un "papà". (Gesù lo chiama così in aramaico: אבא, abba) per ogni uomo, come spiega bene lo studioso biblico Jean Carmignac (6) :

Per Gesù, Dio è essenzialmente Padre, così come è Amore. (1 Giovanni 4, 8).

Gloria a Dio Padre

Gesù è innanzitutto il 'Figlio' di Dio in un modo che nessuno avrebbe potuto immaginare prima di lui, per cui Dio è per lui 'il Padre' nel senso più stretto del termine. Questa paternità del Padre e questa filiazione del Figlio implicano anche la partecipazione all'unica natura divina.

Questo tema è così centrale nella predicazione di Gesù che l'incarnazione del Figlio ha lo scopo di dare agli uomini "il potere di diventare figli di Dio". (Gv 1, 12) e che il suo messaggio poteva essere definito come una rivelazione del Padre. (Giovanni 1, 18)per insegnare agli uomini che sono figli di Dio. (1 Giovanni 3, 1).

Questa verità assume, per bocca di Gesù, un'importanza tale da diventare la base del suo insegnamento.Le buone opere sono per la gloria del Padre. (Matteo 5, 16)La vita morale consiste nell'essere misericordiosi come il Padre perdona (Matteo 6, 14-15; Marco 11, 25-26), l'ingresso nel regno dei cieli è riservato a coloro che fanno la volontà del Padre (Matteo 7, 21), la pienezza della vita morale consiste nell'essere misericordiosi come il Padre è misericordioso (Matteo 6, 14-15; Marco 11, 25-26), la pienezza della vita morale consiste nell'essere misericordiosi come il Padre è misericordioso (Matteo 7, 21). (Luca 6, 36) e perfetto come è perfetto il Padre (Matteo 5, 48).

Da questa paternità di Dio segue un'ovvia conseguenzaavendo lo stesso "Padre", Gli uomini sono davvero fratelli e dovrebbero amarsi e trattarsi come tali.. C'è un principio fondamentale che ispira l'intera morale e spiritualità del cristianesimo e che il Vangelo aveva già proclamato esplicitamente: "Siete tutti fratelli [-] perché uno solo è il Padre vostro, che è nei cieli". (Matteo 23, 8-9).

 Così si conclude il nostro viaggio alla ricerca del "Gesù storico", con la consapevolezza che, sia per i credenti che per i non credenti, la sua figura rimarrà per sempre il più grande e affascinante mistero della storia.


Riferimenti in tutto l'articolo

  1. Questa ipotesi sarebbe supportata dalla Lapide a Tivoli (in latino Lapis o Titulus Tiburtinus).
  2. Vada alla nota 9 su Dionigi il Minore.
  3. Leggiamo in Flavio Giuseppe (Ant. 18, 109-119): "Erode fece mettere a morte Giovanni, detto il Battista. Erode lo fece uccidere, anche se era un uomo giusto che predicava la pratica della virtù, esortando le persone a vivere nella rettitudine reciproca e nella pietà verso Dio, in modo da ricevere il battesimo. [Uomini da tutte le parti si erano riuniti con lui, perché erano entusiasti quando lo sentivano parlare. Erode, tuttavia, temendo che la sua grande autorità potesse indurre i sudditi alla rivolta, poiché il popolo sembrava disposto a seguire i suoi consigli, pensò che fosse più sicuro, prima che sorgesse qualcosa di nuovo, toglierlo di mezzo, altrimenti avrebbe dovuto pentirsi in seguito, se fosse avvenuta una cospirazione. A causa di questi sospetti di Erode, fu imprigionato e mandato nella fortezza di Machabeo, di cui abbiamo parlato prima, e lì andò". Un altro esempio di fonte non cristiana che conferma ciò che viene raccontato nei Vangeli.
  4. Quella che conosciamo oggi, che è probabile visto che, come sappiamo dal Vangelo di Matteo, sul capo di Gesù fu posto un titulum, un titolo che porta la motivazione della condanna a morte.
  5. Nella prefazione al Libro V dell'opera Adversus haereses (Contro le eresie), Sant'Ireneo di Lione parla di "Gesù Cristo che, a causa del suo amore sovrabbondante, è diventato ciò che siamo per renderci ciò che Lui è".
  6. La vicinanza delle fonti scritte trovate su Gesù è un argomento che impressiona gli storici, dal momento che i manoscritti più antichi contenenti il Nuovo Testamento risalgono all'inizio del terzo secolo, mentre, ad esempio, il più antico manoscritto completo dell'Iliade risale al decimo secolo.
  7. Jean Carmignac, Ascoltando il Padre Nostro. La preghiera del Signore come può averla pronunciata Gesù, Amazon Publishing, 2020, p. 10. Traduzione dal francese e adattamento in italiano di Gerardo Ferrara.

Bibliografia di riferimento:

Libri

 Articoli

 Siti web

La Quaresima inizia con il Mercoledì delle Ceneri

Ci aspetta un viaggio segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa della gioia della Pasqua.

Iniziamo la Quaresima con il Mercoledì delle Ceneri e la Scrittura ci dice: "Ora, o oracolo del Signore, rivolgiti a me con tutto il cuore, con digiuno, con pianto, con lutto. Stracciate i vostri cuori e non le vostre vesti; rivolgetevi al Signore, vostro Dio, perché egli è compassionevole e benevolo, lento all'ira, ricco di misericordia; si pente delle minacce", Gioele 2:12-13.

Queste sono parole pronunciate dal profeta quando Giuda si trovava in una profonda crisi. La loro terra era desolata. Una piaga di cavallette era arrivata e aveva devastato tutto; avevano mangiato tutto ciò che cresceva nei campi, persino i germogli delle vigne. Avevano perso completamente tutti i raccolti e i frutti dell'anno.

Di fronte a queste disgrazie, Joel invita le persone a riflettere sul loro stile di vita negli anni precedenti. Quando tutto andava bene per loro, avevano dimenticato Dio, non pregavano e avevano dimenticato il loro prossimo.. Contavano sul fatto che la terra avrebbe dato i suoi frutti da sola e non sentivano di dover nulla a nessuno. Erano a loro agio nel fare ciò che facevano e non pensavano che fosse necessario vivere la vita in un altro modo.

La crisi che stavano attraversando, suggerisce Gioele, doveva far capire loro che da soli, con le spalle a Dio, non potevano fare nulla. Se avevano pace e cibo, non era per i loro meriti. Tutto questo è un dono di Dio, per il quale devono essere grati.. Da qui l'urgente richiesta di cambiamento: si converte con tutto il cuore con digiunoCon il pianto, con il lutto, con il pianto, con il lutto, lacerate i vostri cuori: cambiate!

Sentendo parole così forti da parte del profeta, forse possiamo pensare: Ok, ok, che gli abitanti della Giudea cambino, ma io non devo cambiare: sono abbastanza felice così come sono!

È passato molto tempo dall'ultima volta che ho visto una cavalletta, ho buone cose da mangiare e da bere ogni giorno, ho diversi film da guardare, questa settimana ho diverse partite da vincere,... e non ho fretta perché le finali sono ancora lontane e studierò seriamente quando arriveranno..

Non so lei, ma io sono sempre troppo pigra per cambiare qualcosa in modo serio. Quaresima. In verità, non si tratta di un periodo particolarmente simpatico, come, ad esempio, la Natale.

La Quaresima, un tempo di riflessione

Ascoltando il salmo responsoriale, potremmo aver pensato qualcosa di simile: "Nella tua grande compassione e misericordia, Signore, abbi pietà di me e dimentica le mie trasgressioni. Lavami a fondo da tutti i miei peccati e purificami da tutte le mie trasgressioni".

cuaresma-ayuno-abstinencia-limosna-oración-miércoles-de-ceniza
La Quaresima è un periodo di quaranta giorni, che inizia con il Mercoledì delle Ceneri e termina con il Giovedì Santo; "ogni venerdì, a meno che non coincida con una solennità, si deve osservare l'astinenza dalla carne o da altri alimenti stabiliti dalla Conferenza Episcopale; il digiuno e l'astinenza devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo". Codice di Diritto Canonico, canone 1251.

E anche se abbiamo ripetuto "Misericordia, Signore, abbiamo peccato", forse ci è venuto in mente di dire interiormente: Ma non ho peccati, ... in ogni caso "piccoli peccati". Non faccio del male a nessuno, non ho rapinato una banca, non ho ucciso nessuno, in ogni caso, solo "piccole cose" di poca importanza. E poi, non ho nulla contro Dio, non ho voluto offenderlo, perché dovrei dire che ho peccato o implorare la sua misericordia?

Se guardiamo le cose in questo modo, le parole di San Paolo nella seconda lettura possono sembrare ripetitive, ma con un tono più alto, incalzante: "Fratelli, noi agiamo come messaggeri di Cristo, ed è come se Dio stesso vi esortasse attraverso di noi. Nel nome di Cristo vi chiediamo di essere riconciliati con Dio".

Sono così importante e quello che faccio è così importante che oggi tutti vengono contro di me: il profeta Gioele, Davide con il suo Salmo e San Paolo che preme?

Beh, la verità è che sì, Sono importante per il Signore. Nessuno di noi è indifferente a Dio, non siamo solo un altro numero tra i milioni di persone nel mondo. Sono io, sei tu. Qualcuno a cui sta pensando, qualcuno che le manca un po', qualcuno con cui vuole parlare.

Non le è mai capitato di ricevere un messaggio sul cellulare da una persona che le piace, quando è stanca dopo le lezioni e le chiede: "Hai qualche impegno oggi pomeriggio? Beh, finalmente qualcuno che pensa a me! In generale, una delle cose più piacevoli è vedere che ci sono persone che ci vogliono bene, che pensano a noi e che ci chiamano per incontrarci e passare dei bei momenti insieme.

La Quaresima, un tempo per guardare a Dio

Questa settimana, leggendo la Bibbia, mi sono imbattuta in alcune parole di amore umano, che sono divine. Sono il ritornello di una canzone del Cantico dei Cantici cantata dall'amato alla sua amata. Si dice così: "Girati, girati, Shulamite! Girati, girati, voglio vederti". Qtà 7.1.

In effetti, sembra che più che cantare, ci invitino a ballare: "Girati, girati, Sulamita! Girati, girati, voglio vederti". In ebraico suona bene: šubi, šubi šulamit, šubi, šubi... ha persino un ritmo. Il verbo šub significa "tornare indietro, tornare indietroma è il verbo che nella Bibbia ebraica significa anche "...".diventare".

Queste parole del Cantico ci aiutano a comprendere ciò che sta accadendo oggi. Dio, l'amato, invita ciascuno di noi a danzare, dicendo: "Girati, girati, voglio vederti".

L'invito alla conversione non è il rimprovero di qualcuno esigente che è arrabbiato con ciò che facciamo, ma una chiamata amorevole a voltarsi per incontrare l'Amore faccia a faccia. Nessuno ci spinge per rimproverarci. Qualcuno che ci ama si è ricordato di noi e ci invia un messaggio affinché possiamo incontrarci e parlare in profondità, aprendo i nostri cuori.

La Quaresima, un tempo di conversione

Bene. Ma in ogni caso, "Non ho peccati" Cosa devo diventare?

Ci sono molti modi per spiegare che cos'è il peccatoMa mi sembra che la Sacra Scrittura ci aiuti anche a chiarire cosa sia. In ebraico "peccato"Si dice che jattatSa qual è l'antonimo nella Bibbia, la parola che esprime il concetto di "scommettere"? jattat? In inglese potremmo dire che il contrario di peccato è "...".buona azione"o qualche teologo direbbe che "grazia". In ebraico, l'antonimo di chattat è šalom, pace.. Ciò significa che per la Bibbia né ".peccato" né "pace"sono esattamente gli stessi che per noi.

Nel libro di Giobbe si dice che L'uomo che Dio invita a riflettere e a cambiare, sperimenterà šalom (La pace) nella sua tenda e quando perquisiranno la sua dimora, non ci sarà jattat (non mancherà nulla) cfr. Gb 5,24.

Erano nomadi e per loro la tenda era la loro casa. Una casa è in 'peccato' quando manca qualcosa di necessario o quando ciò che c'è è disordinato. È in "pace" quando è un piacere vederla e trovarsi lì: tutto è ben sistemato, pulito e al suo posto.

Quando guardiamo dentro di noiForse i nostri cuori e le nostre anime sono come la nostra camera da letto o l'appartamento in cui viviamo: con il letto sfatto, il tavolo non rovesciato, i giornali stesi sul divano o il lavandino pieno di piatti che aspettano di essere lavati. Che piacere per i nostri cuori e le nostre anime quando puliamo il disordine e mettiamo in ordine!

Ecco perché in confessione, quando facciamo tabula rasa della jattat dentro di noi, ci danno l'assoluzione e ci dicono: "andare in pace (šalom)"., lei è in regola.

Questa settimana iniziamo la QuaresimaIl Mercoledì delle Ceneri, il Signore ci chiama con amore: 'girati, girati, voglio vederti'.

Egli ci ama e ci conosce bene. Sa che a volte siamo un po' sbadati e vuole aiutarci a ripulire, in modo che possiamo ritrovare la serenità, la pace e la gioia.

Come possiamo sfruttare al meglio questi giorni di Quaresima?

Ecco perché San Paolo insiste così fortemente: "nel nome di Cristo vi chiediamo di riconciliarvi con Dio", e perché rimandare? Perché rimandare a un altro giorno? Anche San Paolo ci conosce e ci mette alla provaGuardate, ora è il tempo della salvezza, ora è il giorno della salvezza.

In questo Mercoledì delle Ceneri, siamo sicuri di trovare un confessore in qualsiasi chiesa, che in cinque minuti ci aiuterà a tornare in forma.

E, una volta, con tutto in ordine, nel Vangelo della Santa Messa sentiamo che Gesù stesso ci dà alcuni spunti interessanti per fare dei propositi che ci aiutino a riscoprire la gioia di amare Dio e gli altri..

Tempo di generosità

La prima cosa che ci suggerisce è di renderci conto che ci sono molte persone bisognose. attorno a noi, vicino e lontano da noi, e non possiamo rimanere indifferenti a coloro che soffrono.

Nella prima lettura abbiamo ricordato che, di fronte alla crisi delle cavallette in Giudea, Gioele disse che è necessario strappare il proprio cuore, condividere la sofferenza con coloro che stanno soffrendo.

Oggi viviamo in una crisi profonda. Milioni di persone sono disoccupate. Molti soffrono, noi soffriamo con loro, la mancanza di lavoro e tutte le necessità che questo comporta. Non possiamo ignorare i loro problemi, come se nulla fosse, né chiudere i nostri cuori. Devono sapere che siamo con loro.

Con coloro che muoiono ogni giorno a causa della pandemia di coronavirus o nel Mediterraneo in fuga dal terrore della guerra, o alla ricerca di una vita dignitosa per se stessi e per le proprie famiglie nella tragedia del crisi migratoria. Anche in altre parti del mondo, la vita quotidiana è ancora più difficile che qui, e hanno urgentemente bisogno di aiuto. "Quando fate l'elemosina, dice Gesù, non lasciate che la vostra mano sinistra sappia quello che fa la vostra mano destra, in modo che la vostra elemosina sia fatta in segreto, e il Padre vostro, che vede nel segreto, vi ripagherà". Mt 6,3-4GenerositàQuesto è un buon primo proposito per la Quaresima.

Esiste anche un altro tipo di "elemosina", che non sembra tale, perché è molto discreta, ma è molto necessaria. Oggi siamo generalmente molto sensibili all'aspetto della cura e della carità in relazione al bene fisico e materiale degli altri, ma siamo quasi del tutto silenti sulla responsabilità spirituale nei confronti dei fratelli. Non era così nella Chiesa primitiva.

Questa forma efficace di "elemosina" è la correzione fraterna: aiutandoci a vicenda a scoprire cosa non va bene nella nostra vita o cosa può andare meglio.. Non siamo forse dei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si conformano alla mentalità comune, invece di mettere in guardia i nostri fratelli e sorelle da modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene?

Anche se dobbiamo superare l'impressione di intrometterci nella vita degli altri, non possiamo dimenticare che è un grande servizio aiutare gli altri.Ci farà bene anche lasciarci aiutare. "C'è sempre bisogno di uno sguardo che ama e corregge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona". cfr. Lc 22,61come Dio ha fatto e fa con ciascuno di noi.

Tempo per la preghiera

Insieme all'elemosina, la preghiera. Gesù ci dice: "Tu, quando vai a pregare, entra nella tua stanza, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel luogo segreto, e il Padre tuo, che vede nel luogo segreto, ti ripagherà". Mt 6,6.

La preghiera non è semplicemente la recita meccanica di parole che abbiamo imparato da bambini, ma è un momento di dialogo amorevole con Colui che ci ama così tanto.. Sono conversazioni intime in cui il Signore ci incoraggia, ci conforta, ci perdona, ci aiuta a mettere ordine nella nostra vita, ci suggerisce come aiutare gli altri, ci riempie di incoraggiamento e di gioia di vivere.

Il Mercoledì delle Ceneri e la Quaresima, un periodo di digiuno

E terzo, insieme all'elemosina e alla preghiera, il digiuno. Non triste, ma feliceCome suggerisce anche Gesù nel Vangelo: "Tu, quando digiuni, purificati il capo e lavati il viso, affinché il tuo digiuno sia notato, non dalla gente, ma dal Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà". Mt 6,17-18.

Al giorno d'oggi, molte persone digiunano, privandosi di cose desiderabili, non per motivi soprannaturali, ma per mantenersi in forma o per migliorare la propria condizione fisica. È chiaro che il digiuno è positivo per il suo benessere fisico, ma per i cristiani è, prima di tutto, una "terapia" per curare tutto ciò che ci impedisce di adeguare la nostra vita alla volontà di Dio.

In una cultura in cui non ci manca nulla, soffrire un po' di fame un giorno fa molto bene, e non solo per la salute del corpo. Fa bene anche all'anima. Ci aiuta a capire quanto sia difficile per tante persone che non hanno nulla da mangiare.

È vero che digiunare significa astenersi dal cibo, ma la pratica della pietà raccomandata nelle Sacre Scritture comprende anche altre forme di privazione che aiutano a condurre una vita più sobria.

Ecco perché, Ci fa bene anche digiunare da altre cose che non sono necessarie, ma di cui è difficile fare a meno. Potremmo fare un digiuno da Internet, limitando il nostro uso di Internet a ciò che è necessario per il lavoro e rinunciando a navigare senza meta. Ci farebbe bene mantenere la mente lucida, leggere libri e pensare a cose interessanti. Potremmo anche evitare di uscire a bere nel fine settimana, sarebbe un bene per il nostro portafoglio e saremmo più freschi per parlare tranquillamente con gli amici. Oppure potremmo digiunare dalla visione di film e serie nei giorni feriali, il che sarebbe positivo per i nostri studi.

Andrebbe bene se digiunassimo per un giorno intero da mp3 e formati simili, e camminassimo per strada senza cuffie, ascoltando il vento e il canto degli uccelli?

Privarsi del cibo materiale che nutre il corpo (il Mercoledì delle Ceneri o durante la Quaresima), dell'alcol che rallegra il cuore, del rumore che riempie le orecchie e delle immagini che si susseguono in rapida successione sulla retina, facilita la disponibilità interiore a guardare gli altri, ad ascoltare Cristo e a nutrirsi della Sua parola di salvezza. Con il digiuno permettiamo a Lui di venire a soddisfare la fame più profonda che sperimentiamo nel nostro cuore più intimo: la fame e la sete di Dio.

Tra due giorni, i sacerdoti e i diaconi ci imporranno le ceneri sul capo, dicendo: "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai". Queste non sono parole per spaventarci e farci pensare alla morte, ma per riportarci alla realtà e aiutarci a trovare la felicità. Da soli non siamo nulla: polvere e cenere. Ma Dio ha progettato una storia d'amore per ognuno di noi, per renderci felici.

Come disse il poeta Francisco de Quevedo, riferendosi a coloro che hanno vissuto vicino a Dio durante la loro vita e che manterranno il loro amore costante oltre la morte, "saranno polvere, ma polvere nell'amore".

Stiamo iniziando la stagione della Quaresima. Un momento gioioso e festoso in cui ci si rivolge al Signore e lo si vede faccia a faccia.. šubi, šubi šulamit, šubi, šubi... "Si giri, si giri", ci dice ancora una voltagirati, girati, voglio vederti". Non sono giorni tristi. Sono giorni che fanno spazio all'Amore.

Ci rivolgiamo alla Beata Vergine, Madre dell'Amore Giusto, affinché nella contemplazione della realtà della nostra vita, anche se i nostri limiti e difetti sono evidenti, possiamo vedere la realtà: "Polvere saremo, ma polvere nell'amore".


Sig. Francisco Varo PinedaDirettore di Ricerca presso l'Università di Navarra. Professore di Sacra Scrittura presso la Facoltà di Teologia.

 

Messaggio per la Quaresima 2025 di Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle:

Con il segno penitenziale delle ceneri sul capo, iniziamo il pellegrinaggio annuale della Santa Quaresima, nella fede e nella speranza. La Chiesa, madre e maestra, ci invita a preparare i nostri cuori e ad aprirci alla grazia di Dio, per poter celebrare con grande gioia il trionfo pasquale di Cristo, il Signore, sul peccato e sulla morte, come esclamò San Paolo: "La morte è stata vinta. Dov'è la tua vittoria, o morte? Dov'è il tuo pungiglione?" ( 1 Cor 15, 54-55).

Gesù Cristo, morto e risorto, è infatti il centro della nostra fede e il garante della nostra speranza nella grande promessa del Padre: la vita eterna, che ha già realizzato in Lui, il Suo amato Figlio (cfr. Gv 10:28; 17:3) [1].

In questa Quaresima, arricchita dalla grazia dell'Anno Giubilare, desidero offrirle alcune riflessioni su cosa significa camminare insieme nella speranza e scoprire le chiamate alla conversione che la misericordia di Dio rivolge a tutti noi, personalmente e come comunità.

Prima di tutto, camminare. Il motto del Giubileo, "Pellegrini della speranza", evoca il lungo viaggio del popolo d'Israele verso la Terra Promessa, narrato nel libro dell'Esodo; il difficile cammino dalla schiavitù alla libertà, voluto e guidato dal Signore, che ama il suo popolo e gli rimane sempre fedele.

Non possiamo ricordare l'esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e violenza, alla ricerca di una vita migliore per sé e per i propri cari. Qui sorge una prima chiamata alla conversione, perché siamo tutti pellegrini nella vita.

Ognuno di noi può chiedersi: come mi lascio sfidare da questa condizione? Sono davvero in cammino o sono un po' paralizzato, statico, impaurito e senza speranza, o soddisfatto nella mia zona di comfort? Sto cercando vie di liberazione da situazioni di peccato e di mancanza di dignità? Sarebbe un buon esercizio quaresimale confrontarci con la realtà concreta di un immigrato o di un pellegrino, lasciandoci sfidare da loro, per scoprire cosa Dio ci sta chiedendo, per essere migliori viaggiatori verso la casa del Padre. Questo è un buon "esame" per il viandante.

In secondo luogo, facciamo questo viaggio insieme. La vocazione della Chiesa è quella di camminare insieme, di essere sinodale [2]. I cristiani sono chiamati a viaggiare insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci esorta ad uscire da noi stessi verso Dio e verso i nostri fratelli e sorelle, e a non chiuderci mai in noi stessi [3].

Camminare insieme significa essere artigiani dell'unità, partendo dalla comune dignità di figli di Dio (cfr. Gal 3, 26-28); significa camminare fianco a fianco, senza calpestare o dominare l'altro, senza nutrire invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Ci muoviamo nella stessa direzione, verso lo stesso obiettivo, ascoltandoci a vicenda con amore e pazienza.

In questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di superare la tentazione di chiuderci nella nostra autoreferenzialità, occupandoci solo dei nostri bisogni.

Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, sacerdoti, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso chi viene da noi e chi è lontano; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le emarginiamo [4]. Questa è una seconda chiamata: la conversione alla sinodalità.

In terzo luogo, percorriamo insieme questo cammino nella speranza di una promessa. Che la speranza che non delude (cfr. Rm 5,5), il messaggio centrale del Giubileo [5], sia per noi l'orizzonte del cammino quaresimale verso la vittoria pasquale. Come ci ha insegnato Papa Benedetto XVI nell'Enciclica Spe Salvi, "gli esseri umani hanno bisogno di amore incondizionato.

Ha bisogno di quella certezza che gli fa dire: "Né la morte, né la vita, né gli angeli, né i principati, né il presente, né il futuro, né le potenze, né l'altezza, né la profondità, né alcuna creatura potrà separarci dall'amore di Dio, manifestato in Cristo Gesù, nostro Signore" (Romani 8:38-39) [6]. Gesù, il nostro amore e la nostra speranza, è risorto [7], e vive e regna nella gloria. La morte è stata trasformata in vittoria e in questo risiede la fede e la speranza dei cristiani, nella risurrezione di Cristo.

Questa, dunque, è la terza chiamata alla conversione: quella della speranza, della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna. Dobbiamo chiederci: possiedo la convinzione che Dio perdona i miei peccati o mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Desidero la salvezza e invoco l'aiuto di Dio per riceverla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge a impegnarmi per la giustizia, la fraternità e la cura della casa comune, agendo in modo che nessuno venga lasciato indietro?

Sorelle e fratelli, grazie all'amore di Dio in Gesù Cristo, siamo protetti dalla speranza che non delude (cfr. Rm 5, 5). La speranza è "l'ancora dell'anima", sicura e salda [8]. In essa la Chiesa prega affinché "tutti siano salvati" ( 1 Tim 2, 4) e spera di essere un giorno nella gloria del cielo unita a Cristo, suo sposo. Ecco come si esprimeva Santa Teresa di Gesù: "Aspettate, aspettate, non sapete quando verrà il giorno o l'ora. Guarda con attenzione, perché tutto passa in fretta, anche se il tuo desiderio rende il certo dubbio e il breve tempo lungo" (Esclamazioni dell'anima a Dio, 15, 3) [9].

Che la Vergine Maria, Madre della Speranza, interceda per noi e ci accompagni nel nostro cammino quaresimale.

Roma, San Giovanni in Laterano, 6 febbraio 2025, memoria dei Santi Paolo Miki e compagni, martiri.

FRANCISCO.


[1] Cfr. Dilexit nos (24 ottobre 2024), 220.

[2] Cfr. l'omelia della Santa Messa per la canonizzazione del Beato Giovanni Battista Scalabrini e del Beato Artemide Zatti (9 ottobre 2022).

[3] Cfr. ibidem.

[4] Cfr. ibidem.

[5] Cfr. Bolla Spes non confundit, 1.

[6] Lettera Enciclica Spe salvi (30 novembre 2007), 26.

[7] Cfr. Sequenza della Domenica di Pasqua.

[8] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1820.

[9] Ibidem, 1821.

Mercoledì delle Ceneri: quando è, cosa si festeggia e cosa significa

"Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai".

L'imposizione delle ceneri ci ricorda che la nostra vita sulla terra è fugace e che la nostra ultima vita è in cielo.

Quando è il Mercoledì delle Ceneri?

Il Quaresima è un tempo di quaranta giorni, che inizia con il Mercoledì delle Ceneri y Termina il Giovedì Santo, prima della Messa in coena Domini (la Cena del Signore) con cui inizia il Triduo Pasquale. Questo è un tempo di preghiera, penitenza e digiuno. Quaranta giorni che la Chiesa segna per la conversione del cuore.

Questa festa cristiana ha la singolarità di cambiare data ogni anno, è condizionata dalla Pasqua e dal Risurrezione del Signore, che è la celebrazione che segna l'intero calendario liturgico.. Può svolgersi tra il 4 febbraio e il 10 marzo. Si celebra sempre di mercoledì.

Significato del Mercoledì delle Ceneri

Ricevere le ceneri ha lo scopo di ricordarci la nostra origine".Ricordate che siete polvere e in polvere ritornerete.". Con un senso simbolico di morte, scadenza, umiltà e penitenza, le ceneri ci aiutano a guardare dentro di noi.

Questo guardare dentro di sé, riconoscere i propri errori e volerli correggere, fa parte della dinamica delle due parole chiave della Quaresima. Riconoscendo i nostri peccati, ce ne rammarichiamo e di volerli cambiare, diventiamo.

È un giorno di luce nella vita di un cristiano che ci permette di riconoscere che siamo deboli e che abbiamo bisogno della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù per poter vivere insieme a Lui nel Regno dei Cieli.

Perché ci impongono la cenere?

Nella Chiesa questa tradizione è sopravvissuta dal IX secolo ed esiste per ricordarci che alla fine della nostra vita, porteremo con noi solo ciò che abbiamo fatto per Dio e per gli altri uomini..

Il Mercoledì Il mercoledì delle ceneri, il sacerdote traccia il segno della croce con la cenere sulla nostra fronte per simboleggiare la penitenza e il pentimento, mentre ripete le parole dell'imposizione delle ceneri che sono ispirate dalle Sacre Scritture:

  • "Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai". Genesi, 3, 19
  • "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al Vangelo". Marco 1,15

Queste parole ci ricordano che il nostro posto finale è in Paradiso. Il loro scopo è quello di immergerci più intensamente nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione, attraverso la partecipazione all'Eucaristia e alla vita di carità.

Le ceneri sono i resti di ciò che è stato consumato, dai mazzi benedetti nella domenica di Passione dell'anno precedente. Un segno che ci ricorda la nostra vicinanza al peccato.

Si può anche guardare se stessi nel fuoco che ha prodotto quelle ceneri. Che il fuoco è amore divino e il Quaresimanasce, come quel fuoco che arde sotto la cenere: è un promemoria della presenza di Dio nella nostra vita.è la consapevolezza che Dio, attraverso Cristo, si fa povero per arricchire la nostra vita con la sua povertà.

Inizia un periodo di preparazione e di purificazione del cuore. Un modo per raggiungere l'obiettivo di essere riempiti dall'amore di Dio.

Cosa si celebra il Mercoledì delle Ceneri?

Mercoledì delle CeneriÈ una festa di pentimento, di penitenza, ma soprattutto di conversione. È il inizio del cammino quaresimale, per accompagnare Gesù dal deserto fino al giorno del suo trionfo, la domenica di Pasqua..

Que se celebra el miércoles de ceniza
Papa Francesco quando era Cardinale di Buenos Aires, Argentina, nel febbraio 2013. Celebra la Santa Messa del Mercoledì delle Ceneri nella Cattedrale Metropolitana (di Filippo Fiorini, Pangea News).

Dovrebbe essere un momento per riflettere sulla nostra vita, per capire dove stiamo andando, per analizzare come ci stiamo comportando con i nostri famiglia e in generale con tutti gli esseri che ci circondano.

In questo momento, mentre riflettiamo sulla nostra vita, dobbiamo d'ora in poi trasformare la nostra vita in una sequela di Gesù, approfondendo la comprensione del suo messaggio di amore e di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione durante questo periodo di Quaresima.

Questa riconciliazione con Dio è fatta di pentimento, confessione dei nostri peccati, penitenza e infine conversione:

  • Il pentimento deve essere sincero ed è bene che inizi con l'Esame di coscienza.
  • Il confessione dei nostri peccati è espressa dal sacerdote nel sacramento della confessione.
  • Il penitenza La prima cosa da fare è naturalmente il comando del sacerdote, ma dobbiamo continuare con la preghiera, che è comunicazione intima con Dio, e con il digiuno, che rappresenta la rinuncia.
  • Infine, il Conversione che rappresenta la sequela di Gesù. Ricordare la parola di Gesù, ascoltare, leggere il Vangelo, meditarlo e credere in esso. Trasmettere il suo messaggio con le nostre azioni e le nostre parole.

In ricordo del giorno in cui Gesù Cristo morì sulla Santa Croce, "ogni venerdì, a meno che non coincida con una solennità, si deve osservare l'astinenza dalla carne o da altri alimenti, come stabilito dalla Conferenza episcopale; il digiuno e l'astinenza devono essere osservati il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo". Codice di Diritto Canonico, canone 1251

Digiuno e astinenza il mercoledì delle ceneri

Vivere questo tempo nel miglior modo possibile, la Chiesa propone tre attività chiave, volte a favorire la crescita spirituale e la mortificazione interiore: preghiera, astinenza e digiuno. Queste tre forme di penitenza dimostrano l'intenzione di riconciliarsi con Dio, con se stessi e con gli altri.

Il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo sono giorni di digiuno e astinenza:

  • Il digiuno consiste in un solo pasto principale al giorno.
  • Il astinenza è non mangiare carne, è obbligatorio dall'età di 14 anni e il digiuno dall'età di 18 anni fino all'età di 59 anni.

È un modo per chiedere perdono a Dio per averlo offeso e per dirgli che vogliamo cambiare la nostra vita per piacergli sempre.

Fare sacrifici

Il cui significato è "rendere sacre le cose"Dobbiamo farli con gioiaPerché è per amore di Dio. Se non lo facciamo, provocheremo pietà e compassione e perderemo la felicità eterna. Dio è colui che vede il nostro sacrificio dal cielo ed è colui che ci ricompenserà..

"Quando digiunate, non fate la faccia triste, come fanno gli ipocriti, che si sfigurano il volto perché gli uomini vedano che digiunano; in verità vi dico che hanno ricevuto la loro ricompensa". Tu, quando digiuni, ungiti il capo e lavati la faccia, perché gli uomini non vedano che digiuni, ma il Padre tuo che è nel segreto; e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà. " Mt 6,6"

Dall'altro lato, c'è il digiuno, che mira a raggiungere la padronanza dei nostri istinti per liberare il nostro cuore.

Come disse Gesù: "L'uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Imparare a mettere da parte ciò che vogliamo mangiare o bere, per fare spazio a Dio nella nostra vita, è un altro modo eccellente di vivere la Quaresima". Catechismo della Chiesa Cattolica 2043

Elemosina

In questo momento, la Chiesa propone un'altra pratica di generosità e distacco, l'elemosina. È la rinuncia volontaria a varie soddisfazioni mondane. con l'intenzione di piacere a Dio e con la carità verso il prossimo. Saper mettere da parte e anteporre il prossimo alle cose materiali, ristabilisce l'ordine naturale dentro di noi.

Preghiera per il Mercoledì delle Ceneri

Il la preghiera con il cuore aperto è la migliore preparazione alla Pasqua. La preghiera apre il nostro cuore alla presenza del Padre. Ci permette di riconoscere la piccolezza del nostro essere e di comprendere il bisogno di Dio nella nostra stessa esistenza.

Dialogo costante con Dio, meditazione consapevole della sua parola, è la relazione personale a cui ogni cristiano dovrebbe aspirare. Si rafforza grazie alla relazione che si instaura parlando con Lui.

La preghiera è la valvola che ossigena l'anima. È l'incontro con l'amore incondizionato che è Cristo.

Siamo l'argilla del peccato, ma la polvere della cenere ci invita a convertirci e a credere nel Vangelo, mettendo tutto nelle mani del Signore e non nelle nostre mani, perché è solo Lui che ci libera dalla morte e dalla corruzione della nostra vita.


Bibliografia:

Cattolico.net
Opus Dei.org 
Catechismo della Chiesa Cattolica
Vaticannews

Quaresima 2025: significato, definizione e preghiere

"Ogni anno, durante i quaranta giorni della Grande Quaresima, la Chiesa si unisce al Mistero di Gesù nel deserto". Catechismo della Chiesa Cattolica, 540

Che cos'è la Quaresima?

Il significato di Quaresima deriva dal latino quadragesima, periodo liturgico di quaranta giorni riservato alla preparazione della Pasqua. Quaranta giorni in allusione ai 40 anni che il popolo di Israele trascorse nel deserto con Mosè e ai 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto prima di iniziare la sua vita pubblica.

Questo è un tempo di preparazione e conversione partecipare al momento culminante della nostra liturgia, insieme a tutta la Chiesa cattolica.

Nel Catechismo, la Chiesa propone di seguire il L'esempio di Cristo nel suo ritiro nel deserto, in preparazione alle solennità pasquali. È un momento particolarmente appropriato per esercizi spiritualiil liturgie penitenziali, il pellegrinaggi come segno di penitenza, privazioni volontarie come la digiuno e il elemosinae la comunicazione cristiana di beni per mezzo di opere caritatevoli e missionarie.

Questo sforzo di conversione è il movimento del cuore contrito, attirato e mosso dalla grazia verso rispondere all'amore misericordioso di Dio che ci ha amati per primo.

Non possiamo considerare questa Quaresima come un'altra stagione, una ripetizione ciclica del tempo liturgico. Questo momento è unico, è un aiuto divino da accogliere. Gesù passa accanto a noi e si aspetta da noi - oggi, adesso - un grande cambiamento. È Cristo che passa, 59.

Quando inizia la Quaresima?

L'imposizione delle ceneri sulla fronte dei fedeli il Mercoledì delle Ceneri, è l'inizio di questo viaggio. Costituisce un invito alla conversione e alla penitenza. È un invito a vivere la Quaresima come un'immersione più consapevole e più intensa nel mistero pasquale di Gesù, nella sua morte e risurrezione, attraverso la partecipazione all'Eucaristia e alla vita di carità.

Il tempo di La Quaresima termina il Giovedì Santoprima che il Massa in coena Domini (la Cena del Signore), che dà inizio alla Triduo pasquale, Venerdì Santo e Sabato di Gloria.

Durante questi giorni guardiamo dentro di noi e assimiliamo il mistero del Signore essere tentati nel deserto da Satana e la sua ascensione a Gerusalemme per il suo Passione, morte, Resurrezione e ascensione al cielo.

Ricordiamo che dobbiamo convertirci e credere nel Vangelo e che siamo polvere, uomini peccatori, creature e non Dio.

Quale modo migliore per iniziare la Quaresima? Rinnoviamo la fede, la speranza, la carità. Da qui nasce lo spirito di penitenza, il desiderio di purificazione. La Quaresima non è solo un'occasione per intensificare le nostre pratiche esterne di mortificazione: se pensassimo che è solo questo, ci sfuggirebbe il suo significato profondo nella vita cristiana, perché questi atti esterni sono - ripeto - il frutto della fede, della speranza e dell'amore. È Cristo che passa, 57.

 
cuaresma miercoles de ceniza iglesia semana santa

Come vivere la Quaresima?

La Quaresima può essere vissuta attraverso la sacramento della Confessione, la preghiera e gli atteggiamenti positivi.

Cattolici ci prepariamo per gli eventi chiave di Pasqua attraverso i pilastri del preghiera, digiuno ed elemosina. Ci guidano nella riflessione quotidiana sulla nostra vita mentre ci sforziamo di approfondire la nostra relazione con Dio e tra di noinon importa in quale parte del mondo viva il vostro vicino. La Quaresima è un tempo di crescita personale e spirituale, un tempo per guardare fuori e dentro di sé. È un tempo di misericordia.

Pentimento e confessione

Come tempo di penitenza, la Quaresima è un tempo di penitenza è un buon momento per confessarsi. Non è obbligatorio, né esiste un mandato della Chiesa in tal senso, ma si adatta molto bene alle parole del Vangelo che il sacerdote ripete il mercoledì delle ceneri.

"Ricordate che siete polvere e in polvere ritornerete." "Convertitevi e credete nel Vangelo"

In queste parole sacre c'è un elemento comune: la conversione. E questo è possibile solo attraverso il pentimento e il cambiamento di vita.. Pertanto, la confessione durante la Quaresima è un modo pratico per chiedere perdono a Dio per i nostri peccati e ricominciare da capo. Il modo ideale per iniziare questo esercizio di introspezione è l'esame di coscienza.

Penitenza

Penitenza, traduzione latina del termine greco ".metanoia". che nella Bibbia significa il conversione del peccatore. Designa un intero tutti gli atti interiori ed esteriori volti a riparare il peccato commessoe lo stato di cose che ne deriva per il peccatore. Letteralmente cambiamento di vita, si dice dell'atto del peccatore che torna a Dio dopo essersene allontanato, o del miscredente che si avvicina alla fede.

Conversione

Diventare è riconciliarsi con DioAllontanarsi dal male, stabilire un'amicizia con il Creatore. Una volta in grazia, dopo la confessione e ciò che essa comporta, dobbiamo impegnarci a cambiare dall'interno tutto ciò che non piace a Dio.

Per realizzare il desiderio di conversione, si può fare quanto segue opere di conversionecome, ad esempio: Frequentare i sacramentisuperando le divisioni, perdonando e crescendo in uno spirito fraterno; praticando il Opere di misericordia.

Digiuno e astinenza

La Chiesa invita i suoi fedeli a l'osservanza del precetto del digiuno e dell'astinenza di carne, compendio del Catechismo 432

Il digiuno consiste in un pasto al giorno, anche se è possibile mangiare un po' meno del solito al mattino e alla sera. Tranne che in caso di malattia. Tutti gli adulti sono invitati a digiunare fino a cinquantanove anni di età. Sia il Mercoledì delle Ceneri che il Venerdì Santo.

Si chiama astinenza di astenersi dalla carne nei venerdì di Quaresima. L'astinenza può iniziare a partire dai quattordici anni.

Bisogna fare attenzione a non vivere il digiuno o l'astinenza come un minimo, ma come un modo concreto in cui la nostra Santa Madre Chiesa ci aiuta a crescere nel vero spirito di penitenza e di gioia.

Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 

Papa Francesco propone che "in questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, ci dissetiamo con l'"acqua viva" della speranza e preghiamo per la salvezza del mondo".e ricevere l'amore di Dio con un cuore aperto che ci rende fratelli e sorelle in Cristo". (Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2020, memoria di San Martino di Tours)

In questo cammino di preparazione alla notte di Pasqua, quando, ci ricorda Francesco, rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, "per rinascere come uomini e donne nuovi":

  1. La fede ci chiama ad abbracciare la Verità e ad essere testimoni, davanti a Dio e ai nostri fratelli e sorelle.
  2. Speranza come "acqua viva" che ci permette di proseguire il nostro cammino
  3. La caritàLa vita vissuta sulle orme di Cristo, mostrando cura e compassione per ogni persona, è l'espressione più alta della nostra fede e della nostra speranza.

Il Papa sottolinea anche le grandi difficoltà che dobbiamo affrontare come umanità, soprattutto in questo tempo di pandemia, "in cui tutto sembra fragile e incerto" e dove "parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione". Ma Dove trovare questa speranza? Precisamente "nel raccoglimento e nel silenzio della preghiera".

Preghiere per la Quaresima

La preghiera con il cuore aperto è la migliore preparazione alla Pasqua. Possiamo leggere e riflettere sul Vangelo, possiamo pregare la Via Crusis. Possiamo consultare il Catechismo della Chiesa Cattolica e seguire le celebrazioni liturgiche con il Messale Romano. L'importante è incontrare l'amore incondizionato che è Cristo.

"Signore Gesù, con la Sua Croce e la Sua Risurrezione ci ha liberati. Durante questa Quaresima,

guidaci con il tuo Spirito Santo a vivere più fedelmente nella libertà cristiana. Attraverso la preghiera,

aumentare la carità e le discipline di questa santa Stagione, ci avvicinano a Lei.

Purifica le intenzioni del mio cuore, affinché tutte le mie pratiche quaresimali siano per il bene del mondo.

la Sua lode e la Sua gloria. Lo conceda con le nostre parole e le nostre azioni,

possiamo essere fedeli messaggeri del messaggio del Vangelo in un mondo che ha bisogno del Vangelo.

speranza della Sua misericordia. Amen.


Bibliografia:

OpusDei.org
Catechismo della Chiesa Cattolica
Cattolico.net
Aciprensa

La scuola di Mary

Nel La scuola di Mary impariamo ciò di cui tutti abbiamo bisogno. Lei, come precursore e madre della Chiesa, e allo stesso tempo come prima discepola, è il modello e il cuore del discernimento cristiano ed ecclesiale.

Maria in custodia medita

Nello scandalo della mangiatoia (una mangiatoia per animali), Maria impara che Dio vuole essere vicino e familiare. Che viene in povertà e porta gioia e amore, non paura. E che vuole diventare cibo per noi. Lì contempla la bellezza di Dio che giace in una mangiatoia.

Mentre altri semplicemente passano e vivono, e alcuni si stupiscono, il Vergine Maria custodiva - custodiva, custodiva - tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. (Lc 2:19; cfr. anche v. 51).

Intreccio di eventi

Il suo atteggiamento è l'espressione di una fede matura e fruttuosa. Dalla buia stalla di Betlemme, dà alla luce la Luce di Dio nel mondo. Come anticipazione di ciò che verrà, Maria passa già ora attraverso la croce, senza la quale non c'è resurrezione.

E così Maria - scopre Francesco - ci aiuta a superare lo scontro tra l'ideale e il reale.

Come? custodendo e meditando. Si potrebbe dire, come fa il Papa in seguito, che questo avviene nel cuore di Maria e nella sua preghiera: poiché ama e prega, Maria, prima, durante e dopo la preghiera, è in grado di vedere le cose dal punto di vista di Dio.

"Prima di tutto, Maria è una custode, cioè non disperde. Non rifiuta ciò che accade. Conserva tutto nel suo cuore, tutto ciò che ha visto e sentito. Le cose belle, come ciò che le aveva detto l'angelo e ciò che le avevano detto i pastori. Ma anche le cose difficili da accettare: il pericolo di rimanere incinta prima del matrimonio, ora la desolata ristrettezza della stalla dove ha partorito. Questo è ciò che fa Maria: non seleziona, ma custodisce. Accetta la realtà così come viene, non cerca di mascherarla, di truccare la sua vita, la tiene nel suo cuore".

E poi c'è il secondo atteggiamento. Come fa Mary a fare la guardia? Lo fa meditando, intrecciando gli eventi:

"Maria mette a confronto esperienze diverse, trovando i fili nascosti che le uniscono. Nel suo cuore, nel suo preghiera Lei compie questa operazione straordinaria: unisce il bello e il brutto; non li tiene separati, ma li unisce". Ed è per questo che", dice il Papa, "Maria è la Madre della Cattolicità, perché unisce, non separa. E così cattura il pieno significato, la prospettiva di Dio.

Escuela de María
"Le madri sanno come proteggere, sanno come tenere insieme i fili della vita...", dice Papa Francesco.

Il punto di vista delle madri

Ebbene, "questo sguardo inclusivo, che supera le tensioni conservando e meditando nel cuore, è lo sguardo delle madri, che nelle tensioni non si separano, ma le custodiscono e così la vita cresce". È lo sguardo con cui tante madri abbracciano le situazioni dei loro figli. È uno sguardo concreto, che non si perde d'animo, che non si paralizza di fronte ai problemi, ma che li colloca in un orizzonte più ampio".

Le madri", continua, "sanno come superare gli ostacoli e i conflitti, sanno come infondere la pace. Sono in grado di trasformare le avversità in opportunità di rinascita e crescita. Lo fanno perché sanno come nutrire. Le madri sanno come proteggere, sanno come tenere insieme i fili della vita, tutti"..

Oggi abbiamo bisogno di "persone che sappiano tessere fili di comunione, che contrastino i troppi fili spinati delle divisioni. E le madri sanno come farlo", dice Francesco.

Il Papa insiste sulla capacità delle madri e delle donne di fare questo: "Le madri e le donne guardano il mondo non per sfruttarlo, ma per dargli vita: guardando con il cuore, riescono a tenere insieme sogni e concretezza, evitando la deriva del pragmatismo asettico e dell'astrazione".

Le piace sottolineare che la Chiesa è una madre e una donna. "E la Chiesa è una madre, è una madre, la Chiesa è una donna, è una donna".

E ne deduce, come ha fatto in altre occasioni, questa conseguenza, per la Chiesa:

"Ecco perché non possiamo trovare il posto della donna nella Chiesa senza rispecchiarla nel cuore di una donna-madre. Questo è il posto della donna nella Chiesa, il grande posto da cui derivano altri posti più concreti, più secondari. Ma la Chiesa è madre, la Chiesa è donna".

Si conclude con un'esortazione per questo nuovo anno: "... che come le madri danno la vita e le donne proteggono il mondo, lavoriamo tutti per promuovere le madri e proteggere le donne".


Ramiro Pellitero Iglesias, Professore di Teologia Pastorale presso la Facoltà di Teologia dell'Università di Navarra.