Martín Fabián Miranda Gularte è un sacerdote della diocesi di Salto in Uruguay.
La sua vocazione è iniziata da bambino; la sua famiglia dice che ha sempre detto di voler essere un sacerdote, anche se non sapeva bene cosa significasse.
Da bambino, la sua famiglia dovette trasferirsi in Argentina e la prima cosa che fecero fu quella di iscriverlo a una scuola parrocchiale, dove conobbe Gesù e approfondì la sua fede.
Questa integrazione nella vita della parrocchia lo ha portato a stringere un'amicizia con il parroco che in seguito lo avrebbe aiutato nel suo processo di discernimento vocazionale. La figura del sacerdote era fondamentale, in quanto entrò in seminario a soli 13 anni.
"In seminario ho scoperto quella che sarebbe diventata la mia seconda grande famiglia. Quella famiglia che è cresciuta attorno ai legami che la fede ci dà, attorno alla figura paterna di Dio che ci dà un amore infinito.
Man mano che crescevo, cresceva anche la mia amicizia con Gesù.
Quando è arrivato il momento, sono tornata a casa, nella diocesi di Salto, in Uruguay. Lì ho completato i miei studi presso il Seminario Interdiocesano di Montevideo.
Ancora una volta incontro una famiglia, la famiglia del seminario.
Il 6 aprile 2013 è arrivato il momento fondamentale: la mia consacrazione alla vocazione sacerdotale e quindi la mia ordinazione. Ricordo quel giorno come molto speciale, non solo perché era un momento così importante. Ma anche perché ero accompagnato da più di 1.500 persone della diocesi. Questo ha reso la festa non solo per me, ma per tutti i membri della comunità.
Da allora fino a quest'anno, quando il mio vescovo mi ha mandato a continuare la mia formazione a Roma, sono stato sacerdote in una parrocchia negli ultimi sette anni.
Ho imparato a essere un sacerdote, ho accompagnato le persone, i loro processi di fede e ho imparato molto da loro. Ma soprattutto, ciò che è rimasto impresso nel mio cuore è la dedizione, l'amore per Gesù di ognuno di loro e tutto ciò che hanno dato alla Chiesa: il loro servizio, la loro preghiera e il loro impegno nella fede.
Essendo qui a Roma, ho risposto alla chiamata di Dio che mi ha chiesto una nuova sfida e, come ogni nuova sfida, implica un impegno. Conto sulla grazia di Dio in questo nuovo impegno.
Una cosa che ho scoperto nella mia vita e che mi ha accompagnato è che ogni passo che ho fatto è sempre stato accompagnato dall'amore di Dio e anche dall'amore e dalla dedizione di molte persone.
Non sarei un sacerdote grazie alla dedizione di molte persone che con le loro preghiere, il loro amore e il loro impegno mi hanno aiutato nel mio cammino.
Capisco che essere qui a Roma è un privilegio, ma è anche merito di molte persone che mi accompagnano con le loro preghiere, il loro affetto e la loro generosità.
Impegniamo anche tutta la nostra vita ad approfondire la nostra conoscenza della teologia, ma non dimentichiamo che la nostra vita ha un senso nella misura in cui la doniamo a Dio per il bene dei nostri fratelli e sorelle".